Confronto durato fino a notte fonda tra il governo e le Regioni sul tema delle riaperture. Dopo l'intesa raggiunta venerdi' ieri sera erano ritornate le distanze. "Troppi cavilli", sono insorti il governatore ligure Toti e altri presidenti di regione. "Il Dpcm - questa la protesta - non faceva neanche riferimento al protocollo unitario firmato dalle Regioni".
Solo al termine di un lungo braccio di ferro l'accordo con la mediazione del presidente del Consiglio Giuseppe Conte: il documento dei presidenti delle regioni sarà allegato al Dpcm. Ma nelle lunghe ore di trattativa ci sono stati momenti di forte contrasto.
Alcuni governatori raccontano che lo stesso premier ha spiegato ai suoi interlocutori di non essere un'autorità scientifica o un organo tecnico. Ne è nata una disputa tra 'avvocati'. A cui, tra gli altri, hanno preso parte il governatore lombardo Attilio Fontana, il vicepresidente della Giunta campana Bonavitacola e il presidente pugliese e magistrato Michele Emiliano.
Altro punto su cui si sarebbe discusso - viene riferito - è la necessità di una preventiva indagine epidemiologica sul tema delle riaperture, poi l'intesa sull'obbligatorieta' di fare riferimento al monitoraggio del ministero della Salute.
"Il nostro obiettivo è sempre stato quello di dare regole certe alle attivita' che da lunedi' potranno riaprire e sicurezza a lavoratori e cittadini", ha osservato il presidente della Conferenza delle Regioni Stefano Bonaccini.
Boccia: "Soluzione nell'interesse del Paese"
"Inizia questa nuova normalità in cui dovremo convivere col virus. Ora ci sarà maggiore autonomia e responsabilità per le Regioni. Piu' i contagi vanno giù e più possono aprire, più vanno su e più dovranno chiudere. Sarà tutto trasparente, anche le responsabilità saranno chiare". Lo afferma il ministro degli Affari regionali, Francesco Boccia, intervistato dal 'Fatto quotidiano'. "Abbiamo lavorato confrontandoci e mediano con le Regioni e rivendico il metodo", afferma ancora Boccia, che sottolinea: "Si riapre e si controllano i dati. Se superiamo i livelli di guardia, i presidenti saranno obbligati a chiudere, e se non lo fanno dovremo farlo noi. Non inviare dati secondo il decreto ministeriale è come superare i velli di guardia”.
“Nel corso della riunione di questa notte abbiamo svolto un lavoro intenso e molto utile per far ripartire il Paese in sicurezza. L'accordo, che riprende le linee guida delle Regioni per le ordinanze, sancisce ancora una volta la leale collaborazione tra regioni e governo, ha aggiunto.
"Ringrazio i presidenti per aver sempre ricercato una soluzione nell'interesse del Paese - conclude -. Ci stiamo muovendo su un terreno nuovo e, spesso, serve da parte di tutti un'assunzione ulteriore di responsabilità". Così il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, al termine della riunione di stanotte con il premier Giuseppe Conte e i governatori sul Dpcm".