“In questo momento la cosa peggiore che si possa fare è minacciare gli italiani con l’ipotesi di salassi fiscali. Per questo dobbiamo stare dentro un sistema di risposte europee. Chi non vuole le regole europee, vuole la patrimoniale, perché è evidente che l’unica alternativa a quel tipo di interventi è una durissima tassa sui risparmi degli italiani”. È questo il passaggio centrale dell’intervista a la Repubblica dell’ex presidente del consiglio Enrico Letta che suggerisce “un grande patto” da stringere “con gli italiani”.
Secondo l’ex premier, che dirige dal 2014 la scuola di Affari internazionali francese Sciences Po, le cifre del crollo economico sono tali che “non è più sufficiente tentare di mettere in equilibrio il principio sanitario e quello economico”, perché una caduta di questo tipo “trascina con sé tutti i servizi essenziali, sanità compresa”. E per evitare il tracollo “è necessario che il sistema produttivo e quello commerciale riprendano a funzionare. Ma in modo diverso”.
Per esempio, si tratta di “non tornare al 2019, ma andare al 2030” e cioè “nel dramma che stiamo vivendo abbiamo una straordinaria occasione per cambiare modello economico”. Ad esempio, dice Letta, “non dobbiamo arretrare sull’emergenza climatica, ma accelerare sulla trasformazione e la decarbonizzazione” perché in un momento di crisi “il sostegno pubblico deve andare a sistemi di trasporto in comune, come quello su rotaia, e non al trasporto aereo”. Infine, la digitalizzazione: “Il salto nell’iperuranio che abbiamo fatto, deve servire a uccidere la burocrazia”, sottolinea Letta, “e abbattere una volta per tutte l’evasione fiscale”.