"Rifiutare questa nuova linea di credito significherebbe fare un torto a questi Paesi che ci affiancano nella battaglia". È solo un breve passaggio quello del discorso di Giuseppe Conte alla Camera e al Senato che indica una possibile apertura del governo al fondo Salva Stati. È una via stretta che però basta per mettere in affanno il Movimento 5 stelle e per far esultare il Partito democratico. "Vittoria su tutta la linea", spiega un 'big' del Pd, "Conte ha detto chiaramente che l'Italia non rifiuterà il Mes".
In realtà non è emerso un sì netto, anche perché il presidente del Consiglio attende di capire se veramente sarà senza condizionalità. Per ora i pentastellati hanno abbassato la guardia. Ribadito a più voci la loro fiducia nel premier e lo stesso Di Battista ha usato toni meno 'barricaderi', pur rimarcando che "la spirale del Pil, del debito e dell'Ue può costringerci a un Mes con fortissime condizionalità".
Obiettivo Recovery Bond
Conte insomma non chiude la porta ma punta ad altro. A quei 'Recovery' bond' che sommato agli altri strumenti messi a disposizione dall'Unione europea servirebbero a dare subito fiato all'Italia. Perché - questa la linea del presidente del Consiglio - quei fondi potrebbero servire subito, non dal prossimo gennaio e non legando la partita al bilancio comunitario della Ue.
Conte alle Camere ha spiegato che il Consiglio Ue "non sarà risolutivo", anche se "dovrà dare un indirizzo chiaro". E che sul Mes la discussione dovrà avvenire "in modo pubblico, trasparente, in Parlamento, al quale spetterà l'ultima parola". Ecco la 'sfida'. E l'apertura anche a quell'opposizione "responsabile" che troverà sempre la porta aperta. Si guarda a Forza Italia, a Berlusconi mentre Salvini e Meloni non hanno risparmiato certamente critiche all'operato dell'esecutivo.
Dunque anche se il premier ha definito il vecchio Mes "inaccettabile", non ha affondato 'il nuovo Mes'. "Bisogna però - ha chiarito - attendere l'elaborazione dei documenti predisposti per erogare questa linea di credito. Solo allora potremo discutere se il relativo regolamento può essere o meno opportuno agli interessi nazionali".
"L'Europa non commetta gli stessi errori del 2008"
Viene reiterato l'appello alla Ue e all'Eurozona perché "non possono permettersi di ripetere gli errori commessi nella crisi finanziaria del 2008". Ma il presidente del Consiglio è consapevole che occorre valutare tutte le strade. Del resto il pressing è forte non solo tra i renziani ma anche tra i gruppi parlamentari del Pd. Nicola Zingaretti loda Conte e manda un messaggio a chi pensa di utilizzare la partita europea per piantare bandierine. "Chi indebolisce la maggioranza ne risponderà", dice il segretario del partito del Nazareno, "un paese unito è un paese credibile. Il tema è ricostruire la credibilità dell'Italia".
"Il Mes - sottolinea anche il commissario europeo all'Economia Paolo Gentiloni - è una linea di credito per sostenere la spesa sanitaria e i nostri ospedali e che l'unica condizione per questa linea di credito è che siano spese dedicate alla sanità". I dem sono dunque dell'idea di evitare autogol in Europa. "Possiamo chiamarlo in un altro modo ma serve", la linea.
I sospetti sui pentastellati
I gruppi parlamentari del Pd - soprattutto quello al Senato - non nascondono un certo malessere sull'atteggiamento dei pentastellati. Soprattutto per chi mette a rischio - spiega un 'big' del Nazareno - la collocazione euro-atlantica dell'Italia. Nel mirino Di Battista ma anche Di Maio.
Nessuno però mette in discussione Conte e lo rimarca in una nota pure il capogruppo al Senato, Marcucci. Ma il timore è che il Movimento 5 stelle quando e se sarà necessario un voto in Parlamento possa non reggere. "Alla fine anche loro digeriranno il Mes", dice Matteo Renzi, "basta ideologie, fondi del Mes senza condizioni per le spese sanitarie? Li prenderei di corsa, vado a piedi a Bruxelles a prenderli", taglia corto.