“Capisco la voglia di uscirne, ma i numeri ci dicono che siamo ancora dentro l’emergenza” pertanto “i presidenti che vogliono riaprire se ne assumono la responsabilità». È risoluto il ministro per gli Affari regionali Francesco Boccia, che in un’intervista al Corriere della Sera dice che “parlare di normalità vuol dire illudere la gente” e se si commette un errore “distruggi settimane di sacrifici di tutti”. E a chi non ha colto l’insegnamento di questi 45 giorni, il ministro ricorda che “l’Italia conta 160 mila casi e 20 mila morti”.
Boccia prosegue spiegando che “nella fase due entreremo dal 4 maggio, dobbiamo ancora mantenere la barra dritta” mentre ora ci troviamo ancora “nella fase in cui vediamo le prime luci e dobbiamo difendere i risultati raggiunti” e pur comprendendo desideri e necessita, il ministro propone un paragone con la Francia: “Se il presidente Emmanuel Macron prolunga il lockdown all’11 maggio, è perché sa che senza salute non c’è economia” afferma Boccia.
E se da un lato ai fautori “dell’aprire a tutti i costi” il ministro è costretto a ricordare che “la solidarietà è venuta dal volontariato, dai medici e dagli infermieri partiti anche a Pasqua per andare in corsia al Nord, mettendo a rischio la loro salute”, dall’altro riserva anche una riflessione sul sistema in generale dicendo: “Mettere ordine con 21 sistemi regionali diversi è un obiettivo ambizioso. Quello che puoi ottenere, è che la nave Italia segua la stessa rotta”. Così Boccia ripete: “I presidenti che vogliono riaprire se ne assumono la responsabilità, come ho detto a Fugatti che guida la Provincia di Trento e vuole sbloccare alcuni cantieri”.
“Non è meglio aspettare la valutazione sulle classi di rischio di ciascun lavoratore, pronta fra sei o sette giorni? Perché partire prima, rischiando che si accenda un focolaio?” si chiede il ministro che per altro consiglia “di seguire le linee della comunità scientifica e le scelte del governo.” Poi conclude: “Zaia avrà fatto le sue valutazioni sulla base dei contagi, ma io penso che se qualche presidente di Regione apre i cantieri senza aspettare le classificazioni di rischio dell’Inail si assume la responsabilità delle forzature”, insiste Boccia.