Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte attacca frontalmente Matteo Salvini e Giorgia Meloni. E il centrodestra insorge: "Metodi da regime". Critica anche Italia viva, che stigmatizza: "Pessima pagina istituzionale". Pd e M5s plaudono invece le decisioni assunte dal governo e, in particolare i pentastellati, le precisazioni fatte dal premier sul Mes. "Spingere avanti l'Europa, fare in fretta per attuare i provvedimenti economici e sociali.
Dando tempi certi. Sburocratizzare l'Italia, con Colao e tutta la task force immaginare e costruire il futuro. Fatti e obiettivi ambiziosi di Conte e del Governo che condividiamo", scrive su Facebook il segretario dem, Nicola Zingaretti. "No al Mes, sì agli eurobond. Questa è la linea del Movimento 5 stelle, questa è la linea del Governo appena ribadita dal presidente Giuseppe Conte, al quale va il nostro totale sostegno nell'ambito di difficili trattative a livello europeo, che richiedono il massimo grado di unita' e compattezza", commenta il capo politico pentastellato, Vito Crimi.
Tiepide le parole di Matteo Renzi: "Bene riaprire le librerie, come avevamo chiesto, ma bisogna riaprire in sicurezza anche le fabbriche: altrimenti moriremo di fame. La patrimoniale non esiste, bene" ma su "Mes e Europa si faccia un dibattito in Parlamento, non in Tv". E sono proprio le parole del premier sul Mes, pronunciate in diretta televisiva durante la conferenza stampa in cui annuncia il prosieguo del lockdown fino al 3 maggio, a scatenare la durissima reazione del centrodestra.
Conte accusa, nominandoli per nome e cognome, Matteo Salvini e Giorgia Meloni di dire "menzogne sul Mes". Il governo non ha firmato nulla, garantisce il premier. E con le menzogne "rischiamo di compromettere la nostra forza negoziale", con le menzogne "non si indebolisce il presidente del Consiglio Conte ma l'Italia".
Quindi, riferendosi direttamente alla leader di FdI, dice: "Meloni era ministro quando il Mes è stato sottoscritto, se ne assuma la responsabilità pubblica". La reazione di Lega, FdI non si fa attendere. Ed è pesantissima: "Il presidente del Consiglio Giuseppe Conte indice una conferenza stampa pochi minuti prima dell'edizione più vista dei tg, trasmessa in diretta sulla prima rete del servizio pubblico, per accusare l'opposizione di dire menzogne, senza possibilità di replica e senza contraddittorio. Credo non si sia mai vista una cosa del genere nella storia della democrazia, e la dice lunga sulla tracotanza di questo governo", afferma Giorgia Meloni che si rivolge al Colle: "Il Presidente della Repubblica Mattarella non ha nulla da dire su questi metodi degni di un regime totalitario?".
Parla di regime anche Matteo Salvini: "Usare la Tv di Stato per dire falsità e fare un comizio contro Salvini e contro le opposizioni è roba da regime, roba da Unione Sovietica". E aggiunge: "Altro che collaborazione, che delusione signor Conte". Per poi aggiungere: "Nel 2012 la Lega è stata l'unica a votare contro il Mes, non può dire bugie. Se la risposta di Conte è occupare la tv pubblica per insultare chiamerò Mattarella e gli spiegherò che noi abbiamo voglia di collaborare ma se dall'altra parte c'è gente che mente".
Per Forza Italia, "a reti unificate, dopo avere annunciato tempi difficili e decisioni severe per il Paese, Conte perde l'aplomb e si lancia in polemiche politiche di sapore personalistico. Una grave mancanza di rispetto nei confronti degli italiani", afferma la capogruppo Anna Maria Bernini. Ma il vicepresidente azzurro utilizza toni meno tranchant: "Questo è il momento della serietà e dell'affidabilità. Fare polemiche non serve a nulla. Anche a me è dispiaciuto vedere il presidente del Consiglio fare polemica politica durante la conferenza stampa. Sarebbe bastato ricordare quello che sta succedendo in Europa. Parliamo di contenuti, di come rilanciare il mondo del lavoro e l'economia. Ma non e' questo il momento dello scontro", getta acqua sul fuoco Antonio Tajani.