“Stiamo varando un intervento epocale, centinaia di miliardi di liquidità alle imprese garantiti dallo Stato. Non ricordo qualcosa del genere nella storia, è il momento drammatico a richiederlo”. Lo garantisce in un’intervista a Il Sole 24 Ore il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro, che tuttavia dice anche di non accontentarsi: “Ma dobbiamo fare ancora di più” afferma, e cioè “una grande alleanza fra lo Stato e l’impresa per salvare il nostro tessuto imprenditoriale, questa è la priorità assoluta perché diversamente le conseguenze sarebbero disastrose”.
Secondo il sottosegretario c’è infatti da scongiurare “il pericolo della desertificazione delle principali filiere del Paese” che per ricostruirle “servirebbero anni e anni, e questo non possiamo permettercelo” mentre “dobbiamo invece ripartire appena possibile salvaguardando il tessuto produttivo con la garanzia dei pagamenti delle imprese di ogni dimensione”.
In una domenica trascorsa fra riunioni per mettere a punto il decreto legge liquidità che oggi andrà al Consiglio dei ministri, Fraccaro riferisce anche che dopo aver annunciato il rafforzamento e l’estensione del Golden power, “non stiamo lavorando solo alla difesa normativa delle nostre imprese da scalate ostili, bensì anche a una difesa sostanziale, economica, per arginare gli effetti di un possibile impoverimento del loro capitale in questa fase” per esser “pronti a un intervento pubblico di emergenza nel capitale delle imprese”.
Si tratta di un cambio di passo nella politica del governo, che il sottosegretario spiega così: “Stiamo valutando se serva una norma. Abbiamo già strumenti in Cassa depositi e prestiti, per esempio, per fare questo tipo di interventi nel capitale delle imprese. Si tratta di adattarli e potenziarli, se serve. Sia il governo che Cdp stanno lavorando intensamente a questo aspetto che consideriamo decisivo, sempre nella finalità di salvare il nostro tessuto industriale”. Tuttavia il sottosegretario a Palazzo Chigi esclude una possibile nazionalizzazione dell’economia italiana, perché – garantisce – “l’intervento deve essere temporaneo e sollecitato da una condizione di emergenza” e pertanto “non si tratta di una nazionalizzazione dell’intera economia quanto di un intervento pubblico a tutela di specifici settori”. E ribadisce: “In questo momento serve una grande alleanza fra Stato e impresa”.