“Il governo ha stanziato 25 miliardi con il “Cura Italia”, ma ci vorrà una seconda fase: quella della cura da cavallo. Va bene che l’Ue ha detto che si deroga al patto di stabilità, ma quello ero lo scenario dei tempi di pace, non quello dei tempi di guerra. O non ci si vuole riconoscere nulla?”. In un’intervista al Corriere della Sera il governatore del Veneto Luca Zaia, nel premettere di essere “europeista” dice anche che “se si perde la solidarietà è finita davvero”.
Poi Zaia aggiunge: “Siamo stati in prima fila nell’affrontare l’immigrazione, i trattati in chiave franco-tedesca ci hanno sempre penalizzati, ora il nostro cuore produttivo è in ginocchio e nessuno lo vuole sentire?”. Il governatore veneto dice anche che “non è il momento delle polemiche” e di dire se il governo ha agito bene o male, pur tuttavia sottolinea che “unica cosa, il decreto del presidente del Consiglio lascia la gestione delle deroghe alle prefetture...E e che “insomma, quella del Dpcm non è una chiusura totale” ma “forse quella è raggiungibile solo in senso astratto, ma è pur vero che, fatte salve le filiere che devono restare aperte, su molti altri fronti c’è parecchia libertà d’interpretazione”.
E poi lancia un’idea: “Io capisco l’emergenza – dice – non sono un burocrate: ma certi decreti andrebbero scritti con le Regioni, lo dico con spirito di collaborazione. Sarebbero più incisivi”.