Gunter Pauli è stato presentato alla platea di quello che sarebbe diventato il Movimento 5 Stelle con un post dal titolo che, oggi, suona profetico: “E merda fu....”. Era il 3 luglio 2005. Sul suo blog, non ancora di partito, Beppe Grillo raccomandava un libro dell'economista e scrittore belga, citandolo: “Lo scarto di una azienda è la materia prima di un’altra”. L'infatuazione è quindi antica. Da Grillo è stata prima trasferita al movimento e poi al governo.
All'inizio di marzo è diventato consigliere economico del presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Qualche ora fa ha ipotizzato in un tweet una relazione tra 5G e diffusione del coronavirus.
Il consigliere e la bufala
Mentre l'Italia è chiusa in casa ed entra in vigore un nuovo decreto, Gunter Pauli scrive: “La scienza deve dimostrare e spiegare causa ed effetto. Tuttavia la scienza osserva innanzitutto le correlazioni: fenomeni apparentemente associati. Applichiamo la logica scientifica. Qual è stata la prima città al mondo coperta dal 5G? Wuhan! Qual è la prima regione europea del 5G? Nord Italia”.
In soli 280 caratteri, Pauli riesce ad annientare logica, metodo scientifico e buonsenso. Baserebbe dire che ci sono aree italiane dove il 5G è stato testato e dove i casi sono molto meno (Prato, Torino, l'Aquila, Matera, Bari). Basterebbe dire che nelle zone della Lombardia più colpite (Bergamo e Brescia), non ci sono progetti attivi. Basterebbe dire che in Cina il 5G è presente in decine di città. E che è discutibile anche il fatto che Wuhan si stata la prima ad accendere le nuove reti. Basterebbe, ma sarebbe un livello di discussione altro. Il punto è che Pauli spaccia per “logica scientifica” l'accostamento di due cose a caso.
La “logica scientifica” secondo Pauli
Seguendo questo approccio, se due persone nel mondo stanno mangiando pasta al sugo mentre inizia a piovere, è possibile che il soffritto causi perturbazioni. In coda al tweet di Pauli, il sociologo dell'università di Bologna Marco Albertini ha applicato la stessa “logica scientifica”. E ha individuato una “correlazione” tra il consumo pro-capite di formaggio e il numero di persone che muoiono rimanendo impigliate nelle lenzuola.
E ci sarebbe anche un legame tra le vittime di annegamento in piscina e in film con Nicolas Cage in uscita. Il problema è che Albertini scherza ma Pauli dice sul serio. Ci sarebbe da ridere, se non fosse che è un consigliere economico del governo. E che nel tweet su 5G e coronavirus, oltre ad alcune testate, Pauli cita Conte e il ministro degli Esteri Luigi Di Maio (oltre a un profilo a caso, non ufficiale, di Beppe Grillo e all'art director del suo blog).
La replica di Asstel: “Tesi fantascientifica”
“Abbiamo letto con enorme stupore l'affermazione formulata da Gunter Pauli di un nesso tra la realizzazione delle reti 5G in Cina e il propagarsi della pandemia. Non possiamo non esprimere grande rammarico e dissenso per una tesi fantascientifica priva di alcun fondamento”, afferma Asstel, l'associazione di Confindustria che rappresenta la filiera delle telecomunicazioni. “Tutte le tecnologie delle telecomunicazioni, incluso il 5G, sono soggette a scrupoloso scrutinio da parte della comunità scientifica internazionale a tutela della salute delle persone e in nessun caso è stato neanche in ipotesi azzardato un nesso così grave con la pandemia”.
Il virus che si cura con l'aria buona
Il tweet di Pauli non è solo un'uscita infelice. Da fine febbraio spara cinguettii che denotano il suo approccio naif alla scienza. “Le persone hanno bisogno di una visione. Non sono guidate da numeri dettagliati né fatti verificati, audit e trasparenza”. Forse non aiutano a guidare le persone, ma i numeri servono, soprattutto a un consigliere economico.
Il 9 marzo, con il Covid-19 già diventato emergenza nazionale, scrive: “È meglio imparare a conviverci piuttosto che cercare di ucciderlo”. Vaccini? Ricerca? Macché.
Tweet del 14 febbraio: “Basterebbe così poco per mettere a posto il gran casino che abbiamo fatto. Siamo così deboli che un virus ci mette al tappeto. La soluzione non è più la disinfezione: la soluzione è rafforzare il nostro sistema immunitario con aria, acqua e cibo sani”.
Il 20 marzo i rimedi virano al surreale: “Quando siamo bloccati in casa, allora dobbiamo chiederci: come sopravvivere e in che modo l'economia tornerà in moto? Ecco un'intervista che spiega come cuocere il pane”. E via di link a un articolo del 2017 in cui spiega perché il pane con troppo zucchero fa male.
Da Anversa a Palazzo Chigi
Gunter Pauli è nato ad Anversa, in Belgio. Classe '56, si è laureato in Licencié en Sciences Economiques all'Università di Loyola, per poi ottenere un master in economia aziendale a Fontainebleau, in Francia. Ha fondato diverse organizzazioni, tra le quali la “Zero Emissions Research and Initiatives (Zeri), diventata poi una fondazione che punta - si legge sul suo sito - a “ridisegnando la produzione e il consumo” con il contributo di imprese e distretti “ispirati ai sistemi naturali”.
Pauli è stato arruolato da Conte nei primi giorni di marzo, annunciando l'incarico su Twitter (senza chiamarlo incarico). Il post è accompagnato da una foto di Roma: “L'economia mondiale è ferita. La psicosi del virus ha colpito la comunità un modo molto forte”.
Ha offerto così la “disponibilità” a dare il proprio contributo “dove il dolore è maggiore, per definire strategie che utilizzino ciò che è disponibile a livello locale”. È uno dei suoi mantra: Pauli è infatti il padre della “Blue economy”. Nelle intenzioni, è una versione potenziata dell'economia circolare, basata su riciclo e riuso a livello locale.
Il padre dell'economia blu
In diverse interviste, Pauli ha affermato di voler andare oltre la “green economy” perché ritenuta limitata. Non basta ridurre le emissioni, ma è necessario dare nuovo ossigeno al Paese. Non basta fare meno danni con un sistema più pulito ma simile a quello tradizionale: serve rifondare il modello economico. Idee come queste hanno spinto alcuni giornali a definirlo “lo Steve Jobs della sostenibilità”. Niente di meno che.
Ha scritto decine di libri, tradotti in tutto il mondo. Il più famoso è “Blue Economy: 10 anni, 100 innovazioni, 100 milioni di posti di lavoro”. Anno di di pubblicazione: 2010. Nonostante gli obiettivi meritori, non sembra quindi che l'economia blu stia funzionando come sperato. Nel 2015, infatti, Pauli ha stampato un aggiornamento: “The Blue Economy Version 2.0: 200 progetti, 4 miliardi di dollari investiti, 3 milioni di posti creati”. Non proprio cento, ecco. Non c'è da sorprendersi. È pur sempre l'economista convinto che “le persone non sono guidate da numeri dettagliati né fatti verificati”.
Da Grillo a Conte
Lo scorso giugno, Di Maio ha accolto Pauli al ministero degli Esteri. La loro, secondo le parole pubblicate sul Blog delle Stelle, non sarebbe una frequentazione sporadica. Nel post intitolato “Idee fresche per uno sviluppo sostenibile”, Di Maio dice di aver “incontrato nuovamente Gunter Pauli”.
Già allora il ministro lasciava intendere un coinvolgimento più organico dell'economista belga: “Spero di darvi al più presto delle belle novità. Intanto vi lascio con la stessa frase con cui ci siamo salutati io e lui: 'If we can change the world, let’s do it!'”. “Se possiamo cambiare il mondo, facciamolo”.
Pauli è poi stato “l'ospite d'eccezione” di “Io sono futuro”, l'evento che il M5S ha organizzato a Napoli lo scorso ottobre. E all'inizio di questo mese ha affiancato Conte. Secondo quanto twittato dall'economista il 5 marzo, non riceve alcun compenso. Ma si possono fare danni anche gratis.