Una tela diplomatica discreta ma resistente, fatta di segnali di dialogo ma anche di parole durissime, per aiutare l'Italia a non rimanere sola davanti all'epidemia di coronavirus. Sergio Mattarella, che la Costituzione indica come garante dell'unità nazionale e custode dei trattati internazionali, si è mosso fin da gennaio con l'obiettivo di creare una catena di aiuti internazionali tra tutti i paesi che si sono trovati e si troveranno a combattere il virus. Convinto che solo uniti si possano affrontare le sfide più dure, il Capo dello Stato ha individuato nella sanità e nell'economia i due filoni fondamentali per affrontare l'urto del Covid-19; e in entrambi i settori, e' il mantra del Presidente, il singolo paese è un fuscello davanti alla piena.
Per questo ha ricucito i rapporti con la Cina, dopo che alcune misure del nostro come di altri governi, avevano dato un segnale di chiusura verso il gigante ferito: prima un messaggio al presidente Xi Jinping, poi la visita alla scuola frequentata dai figli della Chinatown romana, infine un concerto straordinario per l'anno della cultura e del turismo Italia-Cina, ospitato al Quirinale alla presenza dell'ambasciatore cinese. A riprova del canale di dialogo rimasto sempre aperto, l'invio a Roma da parte della Cina di medici esperti e materiale sanitario. E oggi Xi ha inviato un messaggio a Mattarella in cui ha assicurato che Pechino e' "disposto a collaborare e fornire assistenza", perche' "solo attraverso unita' e coordinamento l'umanità può affrontare vari rischi e sfide a livello globale".
Mattarella, poi, ha sempre tenuto aperti i contatti con i partner europei, primo ambito naturale della politica estera italiana e vicini di casa fondamentali davanti all'epidemia. Nelle scorse settimane il Presidente non ha mai chiuso i canali di dialogo, come ha dimostrato la sua partecipazione alla cena offerta da Giuseppe Conte a Emmanuel Macron durante il vertice italo-francese. Una diplomazia dei rapporti, in parallelo con il governo, che ha aiutato il Paese, in queste settimane, a evitare la chiusura delle frontiere, in particolare alle merci, da parte di molti paesi confinanti come appunto la Francia. E' di ieri la notizia, ad esempio, che la Germania ha sbloccato la vendita delle mascherine all'Italia. Un atteggiamento di apertura forse consigliato anche dall'arrivo dell'epidemia anche Oltralpe e certo non ancora condiviso da tutti i paesi, basti pensare alle restrizioni imposte dall'Austria al Brennero.
Ma è stato soprattutto sul fronte di Bruxelles che si è giocata e si sta giocando una partita fondamentale. Da sempre Mattarella si batte per una impostazione solidale, per questo non ha gradito né le chiusure di alcuni, ne' le timidezze e le lentezze di altri e tantomeno la gaffe di Christine Lagarde. Il suo durissimo comunicato ha dato la misura dell'irritazione. E la tirata d'orecchie, insieme alla tela tessuta in questi anni dal nostro Paese a cominciare dai rapporti con Parigi e Berlino, ha contribuito non poco a creare un clima di maggiore solidarietà verso l'Italia. Le mosse della Bce sono state immediatamente circostanziate in modo molto meno restrittivo, la Commissione Ue ha annunciato il via libera alle spese che il Paese dovrà affrontare per combattere il virus ora e far rialzare l'economia quando il Covid-19 sarà solo un ricordo.
A testimonianza concreta di questo clima, le telefonate ricevute nelle scorse ore da Mattarella: i capi di Stato di Francia, Germania, Spagna e Portogallo lo hanno cercato per testimoniare a lui e al Paese la loro vicinanza. "Stamattina ho parlato con il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, per esprimere il sostegno della Francia all'Italia- ha fatto sapere Macron -. Sui confini come sulla nostra economia, dobbiamo agire rapidamente e insieme a livello europeo".