La morsa del #coronavirus stringe forte, si ipotizza che il picco dei casi diagnosticati positivi si osserverà nei prossimi giorni. Una situazione di emergenza nazionale senza precedenti che il Governo fronteggia con provvedimenti di isolamento sociale e chiusure aziendali sempre più stringenti.
Il primo decreto risale al 23 febbraio, e l’ultimo, quello più severo (ma necessario) che dispone la chiusura di tutte le attività commerciali, di vendita al dettaglio, con eccezione dei negozi di generi alimentari, di prima necessità, delle farmacie e delle parafarmacie, risale all’11 marzo. Nel frattempo la figura del Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha visto crescere sui social apprezzamento e consenso per le misure adottate.
Stringendo il focus dell’analisi nell’ultima settimana (dal 7 febbraio) osserviamo una crescita del sentiment positivo del 12% nei contenuti inerenti il Premier. L’allargamento della “zona rossa” all’intero territorio nazionale, sebbene si tratti di un provvedimento senza precedenti con una serie di severe restrizioni alla libertà dei cittadini, è stato accettato senza particolari polemiche e ostilità, almeno a giudicare dalle conversazioni sui social.
I periodici aggiornamenti in TV hanno trasformato il Premier Conte nel volto delle istituzioni nel mezzo della crisi, superando persino Matteo Salvini i cui account social sono sempre stati molto performanti in questi ultimi mesi. Infatti dopo l’estensione delle “zona rossa” l’account di Giuseppe Conte è il più menzionato (34% delle conversazioni), seguito dal fronte delle opposizioni con Meloni e il leader della Lega, tra le voci più critiche del Governo.
Prima dell’estensione della “zona rossa” l’engagement con l’account ufficiale del Presidente del Consiglio era dello 0,50%, ma dopo l’annuncio dei nuovi provvedimenti la sera dell’11 marzo, le interazioni sono crescite al 2,51%: un dato molto alto che conferma la centralità di Giuseppe Conte nella gestione della pandemia, molto più menzionato e popolare del Ministro della Salute Roberto Speranza coinvolto in appena 4% delle conversazioni. Una delle frasi più presenti all’interno dei contenuti pubblicati dagli utenti è proprio “giusto e doveroso seguire scrupolosamente le indicazioni del Governo”.
Il volume complessivo delle conversazioni inerenti il #coronavirus è il più imponente riscontrato in Italia da quando realizziamo il monitoraggio (da oltre un anno): 1 milione 140 mila conversazioni che hanno prodotto 2,5 milioni di condivisioni. Le conversazioni con oggetto la politica interna sono sparite, i temi mainstream come l’immigrazione e i #portichiusi scomparsi. Il paese ha completamente cambiato priorità, la percezione della paura ha delle nuove motivazioni e le conversazioni sono monotematiche.
Il virus è ovunque ma tedeschi e francesi ne parlano poco
Come evidenzia il grafico, dal 20 aprile ossia dall’annuncio del primo caso a Codogno, noi italiani non abbiamo più smesso di parlare di #coronavirus; ma vi sono paesi come Germania e Francia che stanno seguendo curve di crescita dei contagi molto simili all’Italia, nei quali tuttavia se ne parla molto meno.
La percezione del fenomeno pare meno diffusa, mentre in Gran Bretagna, nonostante gli sforzi di Boris Johnson di ridimensionare il pericolo, di #coronavirus si parla tanto.