In un’intervista al Corriere della Sera il governatore della Liguria, Giovanni Toti, si sfoga dicendo che “è indispensabile spiegare ai cittadini, con messaggi univoci e non confusi, che non si possono affollare le seconde case arrivando dalle regioni dell’area “arancione” come sta accadendo qui”, nella sua regione, la Liguria. Toti è stizzito, per il fatto che considera che non si possa “vivere questa fase di emergenza come se si fosse in vacanza e riversarsi sulle spiagge, godersi il sole, riempire i locali”, cioè quello che sta accadendo in questi giorni di emergenza da coronavirus in Liguria.
Poi Toti aggiunge, riferendosi ai lombardi che si sono riversati nella sua regione: “Noi vogliamo bene a tutti quelli che arrivano nella nostra regione, per carità, ma ora va evitata il più possibile una rapida propagazione del virus che non sarebbe affrontabile con numeri non proporzionati alle nostre forze” e il governatore sottolinea che la sua Liguria “ha un sistema sanitario tarato su una popolazione di un milione e seicentomila persone, non duecentomila in più”. “Non potremmo curare assieme al meglio chi qui arriva e chi risiede” taglia corto Toti.
Il punto è che la Liguria ha emanato un’ordinanza chiara, “ma – dichiara Toti – non possiamo andare a controllare casa per casa, non possiamo chiudere le seconde case, non abbiamo i poteri e i mezzi”. E chi è qui e arriva dalle zone rosse “deve stare in quarantena il tempo necessario”. Poi il governatore discerne: “Una cosa è chi si muove per lavorare e mantenere la famiglia, altra chi viene a prendere il sole a Portofino perché le scuole sono chiuse ed è ‘vacanza’: questo deve essere il messaggio valido per tutte le regioni, non si va ognuno per sé” ma “purtroppo dal governo sono arrivati segnali contraddittori” dice Toti, per il quale “prima si accorcia l’emergenza sanitaria e prima si può pensare a limitare i danni”.
E in che modo? “Servono ammortizzatori sociali per tutti i lavoratori dei settori colpiti, serve la sospensione di oneri e tributi, serve liquidità immediata per le aziende che annaspano” come prima cosa ma poi in un secondo momento, secondo il governatore ligure, servirà “un gigantesco piano di investimenti pubblici” sulla falsariga di quello che tanti chiamano il “modello del Ponte di Genova”: “E questo significa – conclude Toti – che nella leale collaborazione istituzionale, si dovranno dare poteri pari a quelli dei commissari straordinari ai presidenti delle Regioni e ai sindaci”.