“Sta passando il messaggio che i collegamenti del carcere con l’esterno sono completamente interrotti, ma non è così, bisogna riportare un po’ di razionalità e placare gli animi”. In un’intervista al Corriere della Sera il Garante nazionale dei detenuti, Mauro Palma, assicura che nelle carceri “la situazione è a rischio anche a causa di una cattiva comunicazione” . E che ora, in un contesto che si presenta molto complicato anche per la società esterna, “è giusto prendere precauzioni anche all’interno delle carceri”.
Secondo Palma, per esempio, il blocco degli incontri diretti fino al 22 marzo, quindi per due settimane, “può avere un senso se nel frattempo l’amministrazione penitenziaria si impegna perché siano realmente sostituiti con i colloqui a distanza” magari “con i collegamenti via Skype”, i quali però “devono essere estesi a tutti, e non riservati ai circuiti della media sicurezza” come avviene adesso. “Anche i reclusi in alta sicurezza devono averli” sottolinea il Garante, secondo il quale pure “l’aumento delle telefonate, sempre in sostituzione delle visite, deve essere non solo nel numero delle chiamate, ma anche nella durata”.
Quanto invece alla possibilità di sospendere i permessi premio e le uscite in semilibertà, per Palma la decisione “è sottoposta al vaglio dei magistrati di sorveglianza, senza automatismi”, e questo per il Garante “significa decidere situazione per situazione, distretto per distretto”.
E sull’ipotesi di amnistia per evitare sovraffollamento degli istituti di pena e proliferare di un eventuale contagio? “Sono contrario, e credo sia sbagliato persino parlarne. Non ci sono le condizione, e si rischia di far balenar e illusioni che susciterebbero altre situazioni di criticità” risponde Palma.