"Il sistema sanitario nazionale è costruito su base regionale e non è predisposto per affrontare una emergenza come questa". Lo ha detto il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in una intervista a Frontiere che va in onda questa sera alle 23.40 su Rai 1. "Se non ci muoviamo all'unisono non riusciremo a fronteggiare la diffusione del virus", ha aggiunto. "Dobbiamo essere pronti anche ad adottare misure che contengano le prerogative dei presidenti di regione". "Se dovesse aumentare il livello di emergenza, ci sarebbero queste misure straordinarie. Al momento, però, la situazione non lo richiede", ha aggiunto Conte.
Un'ipotesi che viene bollata come "irricevibile e, per certi versi, offensiva" dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana. "Parole in libertà - aggiunge Fontana in una nota - che mi auguro siano dettate dalla stanchezza e dalla tensione di questa emergenza. Domani riferirò al presidente Conte che la Lombardia sta dimostrando di essere all'altezza della situazione e sta gestendo con competenza cio' che sta accadendo. E tutto ciò - conclude il governatore - alla faccia dell'autonomia e dei pieni poteri".
Il premier: "Non è possibile andare in ordine sparso"
"Dobbiamo evitare che alcuni presidenti di regioni fuori dalle aree di contagio possano adottare iniziative che non sono giustificate", aveva dichiarato in precedenza Conte, in riferimento all'ordinanza, poi sospesa, con la quale le Marche intendevano disporre la chiusura di scuole e università.
"Tutte le misure devono essere improntate a un principio di adeguatezza e proporzionalità. Io ho adottato la linea della massima trasparenza, della chiarezza sui dati, sono il presupposto della fiducia. Su questa base tutti ci devono ascoltare e devono seguire queste indicazioni, non è possibile andare in ordine sparso. Se una misura non è proporzionata rischia di rivelarsi dannosa, non solo sul piano economico, ma su quello sociale".