Matteo Renzi detta le sue condizioni a Giuseppe Conte, in vista dell'incontro atteso per mercoledì, dopo settimane di alta tensione. Con toni da ultimatum, il leader di Italia viva torna a indicare i "quattro grandi temi" cuore del pacchetto che intende portare al confronto con Conte. E scandisce: "Se il premier riterrà che, su queste cose, si possa trovare un buon compromesso, noi ci saremo. "Se il premier riterrà di respingere le nostre idee, faremo senza polemiche un passo indietro, magari a beneficio dei cosiddetti responsabili".
Le quattro condizioni di Renzi
"Non chiediamo nomine o sottosegretariati", smentisce il senatore di Rignano sull'Arno, ma che "ascoltino (anche) le nostre idee". Renzi quindi elenca le quattro condizioni che pone Iv: "sblocchiamo con i commissari i cantieri fermati dalla burocrazia, eliminiamo o modifichiamo il reddito di cittadinanza che non funziona, lavoriamo per una giustizia giusta, per i diritti e contro il populismo giustizialista, e cambiamo le regole insieme per eleggere il sindaco d'Italia dando cinque anni di stabilita' al governo".
Il leader di Iv rivendica di aver "fatto il primo passo, vincendo l'orgoglio personale" chiedendo un incontro a Conte, malgrado i "toni molto duri" usati dal premier nei suoi confronti nei giorni scorsi. "La serietà viene prima delle ripicche personali. Ho chiesto di vederlo perché la partita si giochi in modo trasparente e diretto", sottolinea, dicendo i aver "molto apprezzato" il fatto che il presidente del Consiglio abbia annunciato di voler recarsi "in Parlamento per proporre in quella sede l'Agenda 2023". "Bene così: trasparenza", commenta, riferendosi alle comunicazioni del premier, attese per inizio marzo, che potrebbero essere seguite da un voto di fiducia.
"Secondo me, Renzi non lo vota neanche la famiglia", commenta il sottosegretario agli Esteri pentastellato, Manlio Di Stefano. L'incontro tra Conte e Renzi "potrebbero farlo in cabina elettorale", è il commento ironico, dall'opposizione, di Matteo Salvini. Il segretario leghista nega di avere in accordi con Renzi per far 'saltare Conte' ma afferma che, a suo giudizio, "su alcuni temi" il collega senatore "ha ragione". "Dire che la riforma della giustizia così come è ideata non funziona, che bisogna aprire i cantieri, che il reddito di cittadinanza cosi' come è stato strutturato non funziona ... Se ha ragione su questi fronti, però, tolga la fiducia al governo", conclude.
Un incontro segreto con Forza Italia?
Da Forza Italia e Italia viva infine si respingono al mittente come "fake news" le ricostruzioni di un "incontro segreto" a livello di guida dei gruppi parlamentari per coordinare le mosse dei due partiti alle Camere. "La ricerca di retroscena sembra essere diventata più forte del racconto della realtà, ma stupiscono le ricostruzioni giornalistiche secondo le quali ci sarebbe stato un incontro segreto tra noi e i capigruppo di Forza Italia.
In realtà, non c'è stato alcun incontro con le colleghe Gelmini e Bernini", scrivono Maria Elena Boschi e Davide Faraone, capigruppo di Italia Viva alla Camera e al Senato, in una nota diffusa in contemporanea con quelle delle colleghe azzurre. "La notizia di un vertice segreto al Senato fra le capogruppo di Forza Italia e una delegazione di Italia Viva è la fake news di Carnevale, che merita l'Oscar della fantasia- sostengono, da FI, Mariastella Gelmini e Anna Maria Bernini -. L'incontro non c'è stato perché sarebbe stato inutile, visto che la nostra posizione l'abbiamo espressa pubblicamente ed è chiarissima: non può esserci alcuna interlocuzione positiva con un partito che tiene in piedi la maggioranza più illiberale della storia e che appena ieri ha votato il decreto sulle intercettazioni che rappresenta un altro passo verso la democrazia giudiziaria".