“L’allarme Coronavirus non deve farci rinunciare a un mercato importante come quello della Cina che era atteso in crescita di oltre il 10% quest’anno anche perché il 2020 è l’anno della cultura e del turismo Italia-Cina”. Lo afferma in un’intervista al Sole 24 Ore Giorgio Palmucci, il presidente dell’Enit - l’Agenzia per il turismo - che prova a immaginare un rimbalzo nei prossimi mesi per un settore che è forse più colpito dall’allarme coronavirus scoppiato a livello internazionale soltanto un mese fa.
E dato per assodato che gli arrivi da gennaio a marzo “ormai sono persi”, Palmucci dice semplicemente che “ora dobbiamo augurarci che si superi questa emergenza presto per poi concentrarci in un grande sforzo di tutti” - dal turismo alla moda, al lusso e al made in Italy – per cercare di “recuperare il possibile in quel mercato così promettente e chiudere almeno ai livelli dell’anno precedente”.
Enit, pertanto, continuerà a fare promozione su tutti i mercati (“Quest’anno la parola d’ordine è diversificare”, dice il presidente)- e continuerà a farlo anche in Cina “appena sarà possibile”, a emergenza coronavirus superata. Palmucci annuncia anche che “per ora l’apertura dei due nuovi uffici di Enit a Shanghai e Canton programmata per inizio 2020 è solo rinviata,” così come sono stati cancellati solo i primi di una ventina di eventi previsti da qui fino alla fine dell’anno in Cina. Però “a settembre a Macao ci sarà un importante evento di cui l’Italia è sponsor, lì conto di esserci” promette Palmucci, che prova a fare un bilancio della situazione presente dicendo: “Come Enit possiamo verificare gli arrivi negli aeroporti grazie a un accordo con Assoaeroporti che fa un costante monitoraggio e i numeri ci dicono che nel primo quadrimestre dovremmo attenderci un impatto negativo solo dal turismo cinese. Il resto dei turisti – commenta – continua ad arrivare come prima”.
E i prossimi mesi come saranno? Non si corre il rischio di incappare in nuove cancellazioni di prenotazioni e arrivi? All’interrogativo il presidente di Enti risponde che per evitare questo rischio “è cruciale mandare il messaggio ovunque nel mondo che l’Italia è un Paese sicuro”. “Del resto – chiosa – siamo tra i Paesi che giustamente hanno preso più precauzioni di molti altri sul coronavirus”. Ad ogni modo l’impatto del forfait cinese è difficile da calcolare “anche se ovviamente ci sarà” ma poi Palmucci aggiunge: “Nonostante la grande crescita di questo turismo stiamo parlando dell’undicesimo Paese per arrivi. Su 430 milioni di presenze l’anno, 200 milioni arrivano dall’estero e il 5% di queste sono dalla Cina” quasi a minimizzarne l’impatto anche se l’attesa per quest’anno era di poter incassare tra i 700 e gli 800 milioni di euro da solo turismo cinese. Quindi sottolinea: “Siamo il Paese che ha aperto più voli con la Cina nell’ultimo periodo. Ripartiamo da lì”.