È “orgoglioso” di aver contribuito con una sua proposta al cosiddetto “lodo Conte bis” sulla prescrizione. In un’intervista al Corriere della Sera Federico Conte, 47 anni, avvocato penalista, deputato di Leu, figlio dell’ex ministro socialista Carmelo Conte, si dice onorato e soddisfatto di “aver convinto per primo il Pd e poi lo stesso ministro Bonafede” ad addivenire ad una mediazione sul nodo della prescrizione che nelle ultime ore ha visto il governo incartarsi.
Se poi il lodo che porta il suo nome e non quello del presidente del Consiglio finirà nel calderone del Milleproroghe, il deputato di LeU risponde che “questo è l’orientamento, mi pare di capire, ma non è detto che ci sia solo questa strada” perché di fatto questo percorso “si incrocia anche con quello del dl Costa” e questo lodo fra l’altro “richiama la legge Orlando che per prima ha introdotto la distinzione fra condannati e assolti”.
Quindi è possibile fare previsioni e dire come finirà? Sul punto l’avvocato e deputato Conte si limita a dire di sperare che “Italia viva torni al tavolo, magari per migliorar e anche le correzioni attuali, ma la cosa più importante è la riforma complessiva del processo penale, perché l’obiettivo principale è ridurre i tempi attuali per render e più efficiente il procedimento, a quel punto la stessa prescrizione ritornerebbe elemento secondario”.