“Stiamo avviando una seconda fase, ma le piazze non le abbandoniamo. Anzi, dal 10 al 20 febbraio toccheremo tantissime città e faremo grandi manifestazioni”. In un’intervista al Corriere della Sera, Mattia Santori, guida del movimento delle Sardine, dice che non c’è alcuna fase calante della mobilitazione nata spontaneamente nel pieno della campagna elettorale in Emilia come reazione a Salvini.
E Santori dice invece che “dal 10 al 20 febbraio toccheremo tantissime città e faremo grandi manifestazioni a Roma (il 16), Napoli (il 18) e Lecce (il 19)” per poi incontrare “la prossima settimana a Roma i ministri Giuseppe Provenzano e Francesco Boccia e anche il premier Giuseppe Conte” e se dopo la lettera aperta al presidente del Consiglio questi non ha ancora risposto, Santori dice che c’è tuttavia “attenzione e disponibilità” e il ritardato incontro è dovuto “solo a un problema di agenda”.
"Infelice la battuta di Toscani, prendiamo le distanze"
Al ministro per il Sud e a quello per gli Affari regionali, le Sardine hanno poi intenzione di chiedere “una riflessione sul progetto di autonomia differenziata” che “rischia di penalizzare proprio le regioni del Sud”. E un incontro con Zingaretti? Anche questo “prima o poi avverrà”, ribatte Santori, perché Zingaretti – afferma – “è uno dei pochi che ha capito che non siamo dei mostri ma che possiamo dar e una mano” in quanto il Pd “ha grande bisogno di innovazione e noi rappresentiamo un nuovo modo di fare comunicazione politica”.
“Noi siamo i partigiani del nuovo millennio” torna a ribadire il leader della Sardine, anzi, meglio: “Siamo gli anticorpi ad un vecchio modo di far e politica”. Quindi un’ultima battuta su Toscani, l’incontro con lui e Luciano Benetton a Fabrica e la battuta del fotografo sul crollo del ponte Morandi a “Un giorno da pecora”: “Molto infelice. Lui non ha filtri, si è forse fatto prendere la mano. Giustamente Benetton ha preso le distanze. E lo stesso facciamo noi”.