Sardine, digiuni e processi. È su questi tre elementi che si sparano gli ultimi colpi della campagna elettorale per le Regionali di domenica. Il Partito democratico ha messo in campo i suoi big sostenere Stefano Bonaccini e il segretario dem sarà a Bologna, a Ferrara e a Casalecchio di Reno giovedì. Nel capoluogo visiterà lo stabilimento di una multinazionale del tabacco per incontrare gli operai a pranzo. Poi si sposterà a Ferrara, dove incontrerà gli operai del petrolchimico. Venerdì correrà in Calabria per visitare l'Università di Rende, a Cosenza, insieme al candidato dem Pippo Callipo, per chiudere la campagna alle 18,00. Il centrodestra si presenterà unito alla chiusura di campagna elettorale: Giorgia Meloni spiega infatti che sarà con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini a Ravenna, venerdì alle 18,30.
In perfetta solitudine alla griglia di partenza, i dem hanno trovato nel corso di questa campagna elettorale un alleato insperato in quel popolo delle Sardine che è diventato il principale avversario di Lega e centrodestra nella regione Emilia Romagna. Il movimento nasce in maniera spontanea, come si sa, per rispondere all'adunanza leghista al Pala Dozza di metà novembre e non è certo un caso che Mattia Sartori e i suoi compagni d'avventura abbiano deciso di 'prendersì alcune piazze simbolo del centrodestra, da quella di Bibbiano a quella di Milano Marittima. Nel Comune che, suo malgrado, ha ormai legato il proprio nome al caso degli affidi illeciti, le Sardine si sono date appuntamento per giovedì, in concomitanza con il comizio di Matteo Salvini e Lucia Borgonzoni.
La Lega ha infatti ottenuto dalla questura la concessione della piazza del Paese, ma i giovani attivisti non demordono e, in forza dell'ovazione arrivata durante una affollata assemblea (circa 300 i partecipanti), hanno deciso di tenere la manifestazione poco distante e di invitare tutti a portare uno strumento musicale. E se domenica scorsa in 40 mila hanno invaso pacificamente piazza VIII Agosto a Bologna, per l'appuntamento di Bibbiano sono arrivate già circa diecimila adesioni su Facebook. Non solo: l'entusiasmo arrivato dall'assemblea dei 300 li ha portati ad annunciare un bagno di gruppo in costiera romagnola, in quel Papeete divenuto simbolo del diapason - ma anche della successiva sconfitta - del Salvini al governo.
L'appuntamento è per sabato 25 gennaio, a poche ore dal voto. Dall'altra parte, nelle fila del centrodestra, la campagna è ormai tutta focalizzata sul caso Gregoretti: dopo il via libera della Giunta del Senato al procedimento a carico di Salvini, accusato di sequestro di persona per aver trattenuto 131 migranti a bordo della motonave della Guardia Costiera, i sostenitori del segretario della Lega hanno lanciato un hashtag su Twitter per invitare a digiunare a sostegno del leader.
E Salvini non si è tirato indietro. Mettendo da parte per qualche ora i prosciutti e le forme di parmigiano che ha immortalato nel corso della sua campagna in Emilia Romagna, si è fatto fotografare con una tazza di tè: "Niente tortellini, oggi a pranzo tè caldo. Non si molla", annuncia sui social network. "Sono quasi 5000 gli italiani e le italiane, che non conosco neanche, che oggi rinunciano al pranzo e alla cena, come segno di vicinanza e di protesta, io con loro".
Una scelta subito stigmatizzata dai Radicali che in quanto a scioperi della fame hanno di che insegnare: "Salvini ha scelto di digiunare ed invitare al digiuno per chiedere solidarietà. La nonviolenza ha poco a che vedere con questa iniziativa che lo stesso Salvini fa ricadere nel campo estetico-terapeutico e che si è ben guardato di ricondurlo ad una lotta nonviolenta. L'immagine di Salvini che beve un cappuccino richiama alle lotte di Marco Pannella che ha fatto della nonviolenza un metodo di lotta politica. Ma, è il caso di ripeterlo, un digiuno non fa nonviolenza".