“L’Invalsi ci ha mostrato la cosiddetta dispersione implicita degli studenti: parliamo di ragazzi che restano a scuola ma che, al termine del corso di studi mostrano di non aver raggiunto le competenze minime previste”. Lo afferma la sottosegretaria all’istruzione Anna Ascani in un’intervista a Il Messaggero nella quale sottolinea anche che c’è un piano del ministero per intervenire e cercare di recuperare il gap esistente tra regioni del Nord e regioni del Sud: “il piano prevede infatti di intervenire su 5 regioni – spiega la sottosegretaria pd a viale Trastevere – Campania, Calabria, Puglia, Sicilia e Sardegna. Si tratta delle regioni in cui sono state registrate le situazioni di maggiore difficoltà”.
Secondo Ascani, “purtroppo tra la dispersione implicita e quella esplicita, vale a dire l’abbandono della scuola, arriviamo al 20% di studenti in difficoltà: un dato ancora troppo lontano dal 10% previsto dell’obiettivo europeo del 2017”. E se per il momento ci si focalizza sul Sud, tuttavia ammette Ascani, “anche al Nord ci sono scuole in difficoltà, quindi nel tempo coinvolgeremo tutte le regioni che decideranno di partecipare” per fare “fare formazione a tutto tondo e innovare le scuole in difficoltà” , precisa la sottosegretaria, e per questo scopo “useremo i fondi regionali ed europei, i fondi Pon per i progetti scolastici e le risorse dei capitoli gestionali del ministero”. Poi chiosa: “Il test Invalsi ti dice quanta febbre hai, per capire come intervenire”.