Per Francesco Giacobbe, 61 anni, dal 2013 senatore Pd, eletto all’estero, in Australia, con il taglio dei parlamentari “la riduzione della rappresentanza all’estero co n questa riforma sarebbe spropositata” dice in una brevissima intervista al Corriere della Sera. Per questo ha deciso di sottoscrivere la raccolta di firma per sostenere il referendum contro la riduzione del numero di deputati e senatori.
E la sua è stata la firma che ha permesso ai proponenti il referendum di raggiungere il quorum. “Un caso”, spiega. “Anzi, un doppio caso, perché la mia in realtà è stata la 65esima firma, e soltanto dopo si sono accorti che un senatore aveva firmato due volte”.
Però Giacobbe è oggi soddisfatto per il risultato raggiunto e che ha fatto raggiungere. Questa legge “non mi piace fatta così” spiega, anche perché nella rappresentanza estera “oggi ci sono sei senatori, diventerebbero quattro per sei milioni di persone” e poi va calcolato anche che “gli italiani continuano ad uscir e fuori dall’Italia e a iscriversi all’Aire, oltre 800 mila negli ultimi dieci anni”.
Quindi, il senatore Giacobbe, che in questi giorni si trova in Italia per seguire i lavori parlamentari, non crede “che i costi della politica si abbattano così, non c’è grande risparmio a tagliare i parlamentari e lasciar e intatte le strutture”, che aggiunge: “Prima di firmare questo referendum mi sono consultato con i miei elettori”. Con i quali comunica “in ogni modo”. “Via mail, whatsApp, al telefono”, racconta, tanto che l’ultima consultazione “è stata una conferenza Skype con il circolo Pd di Shanghai”.