Più che una “manovra”, quella approvata lunedì al Senato “è una piovra che stritolerà il Paese”. Meglio ancora, “la degna conclusione dell'anno bellissimo preconizzato da Conte, che con i suoi due governi ha portato per mano l'Italia, come un pifferaio tragico, dalla stagnazione sull'orlo della recessione”. Lo sostiene Anna Maria Bernini in una lettera pubblicata da Il Giornale, nella quale la Presidente dei senatori di Forza Italia aggiunge anche che “più che una legge di stabilità”, la manovra in sé “sembra l’anticamera di una procedura fallimentare” perché “non c’è infatti nulla che spinga in direzione pro crescita, mentre resta il macigno assistenzialista del reddito di cittadinanza”.
Insomma, per la senatrice Bernini, questa manovra contiene poi “tutti i germi del peggiore statalismo, e col decreto fiscale è un mix di tasse e di manette, di Stato padrone e di giustizialismo”, che incentiva i giovani “a restare sul divano e salvare le poltrone del governo”.
Poi Bernini fa anche un po’ di conti e aggiunge che il governo – “nato tre mesi fa con la scusa di evitare l'aumento dell'Iva, in realtà lo ha fatto solo per il 2020” – ha fatto anche più deficit, quindi “più debito per il futuro” e che nei prossimi due anni “gli italiani si ritroveranno sul groppone ben 47 miliardi di clausole da sterilizzare”, l’equivalente di una “maxi-cambiale per conto dei contribuenti”.
Due miliardi agli asili nido? E invece, secondo Bernini, “per il 2020 non c'è nemmeno un euro” e “tutto ciò che dicono di fare subito lo spalmano invece da ora ai prossimi anni, fino al 2034!”. Per non parlare poi di plastic tax e la sugar tax, “che in particolare per una emiliano-romagnola come me - chiosa Bernini – sono una follia: colpiscono due comparti strategici dell'economia regionale e del loro importante indotto, e sono inoltre due tasse sui consumi e sulla povertà”.
Insomma, per la Presidente di Forza Italia a Palazzo Madama, ci sono buone ragioni per “mandarli a casa prima possibile”.