“Bloccare la riforma del Mes è una scelta ad alto rischio per la credibilità dell’Italia”, dice Sassoli
La polemica sulla riforma del Meccanismo europeo di stabilità (Mes) non fa altro che «danneggiare la credibilità» dell’Italia sui mercati e tra i partner continentali. Lo sostiene convintamente il presidente del Parlamento europeo, David Sassoli, in un’intervista a la Repubblica.
“Questo atteggiamento – insiste Sassoli – non è un bel segnale per borse e mercati. Gli investitori potrebbero reagire negativamente con conseguenze spiacevoli sull’andamento dello spread e dell’economia. Mi auguro naturalmente che questo non avvenga”. Secondo il presidente italiano a Bruxelles, ci sarebbe anche “il rischio di perdere credibilità su tutti i tavoli europei e sui negoziati in corso, come quello sull’Unione bancaria oppure sul bilancio pluriennale dell’Unione europea”. Quindi, aggiunge, “sarebbe un vero peccato se l’Italia si isolasse proprio nel momento in cui, con l’insediamento della nuova Commissione e del nuovo presidente del Consiglio europeo, parte la legislatura dell’Unione».
Tanto più che secondo Sassoli “la riforma del Meccanismo non danneggia l’Italia” e poi “ci sono alcuni aspetti che possono essere migliorati, ma all’interno del più complessivo pacchetto di riforma della zona euro, non nel trattato del Mes” come ad esempio “alcuni aspetti dell’Unione bancaria che potrebbero affiancare il nuovo Fondo salva-Stati in modo più vantaggioso”.
Per altro, secondo il Presidente del Parlamento europeo, che proprio ieri insieme a Christine Lagarde, Ursula von der Leyen e Charles Michel ha inaugurato l’avvio della nuova legislatura dell’Unione con una cerimonia alla Casa della storia europea, il museo allestito al Parc Léopold, nel cuore del quartiere comunitario di Bruxelles, del Meccanismo europeo di Stabilità “si parla solo in Italia”.
E con la Repubblica si lascia andare al racconto di un particolare: “L’altro giorno – dice – ho chiesto all’ufficio comunicazione del Parlamento europeo di prepararmi una rassegna con tutti gli articoli apparsi sul Mes negli altri Paesi del continente. Sa quanti pezzi di giornale mi hanno recapitato? Zero. Nessuno”, replica.
La spiegazione, secondo il numero uno italiano al Parlamento di Bruxelles, risiede nel fatto che “stiamo parlando di un fondo accantonato da usare solo nel momento in cui un Paese dovesse entrare in difficoltà” e concentrarsi in questo momento sul Mes e non sulle nostre economie, spiega Sassoli, “è come soffermarsi sul dito e non sulla luna”. In definitiva, per il numero uno dell’Aula di Bruxelles, “le regole del Mes possono essere migliorate anche introducendo meccanismi che prevedano un coinvolgimento del Parlamento europeo, ma non firmarlo sarebbe come andare in giro con una Ferrari non assicurata, come non avere un paracadute in un momento di difficoltà”.
Oltretutto, chiosa il Presidente, “il governo ha approvato una manovra accolta positivamente dall’Europa nonostante l’enorme difficoltà di bloccare l’aumento dell’Iva pari a 23 miliardi: sarebbe assurdo consumare adesso questa fiducia con una polemica tutta interna. Per di più proprio in una fase in cui viviamo di fiducia”. E nel concludere l’intervista al quotidiano romano, Sassoli spiega che la legislatura europea che inizia ufficialmente oggi “ha il compito di riaprire il cantiere dell’Unione per produrre due risultati: approvare le riforme necessarie ad aumentare il tasso di democrazia delle istituzioni europee e far ripartire il processo di integrazione delle politiche continentali”.
E in questi processi “il Parlamento sarà centrale, ma ovviamente lavorerà cooperando con le altre istituzioni”, chiude il Presidente.