Il Mose sarà completato entro il 31 dicembre 2021: un impegno, quello del presidente del Consiglio, che arriva al termine del cosiddetto 'comitatone' su Venezia. Una riunione, quella di martedì sera, che arriva dopo due anni di silenzio in cui le autorità locali venete sono state tenute all'oscuro di quanto accadeva attorno alla diga semovente che dovrebbe proteggere Venezia dall'acqua alta.
Il tavolo di coordinamento mensile
"Su Venezia siamo soddisfatti di aver ripreso in mano il dossier, abbiamo stanziato diversi finanziamenti, ma al di là delle somme, quello che è nato è un confronto con le autorità coinvolte, le autorità locali, le autorità di vigilanza e gli stakeholders e siamo alla dirittura finale di vicende che si trascinano da tempo. Stiamo parlando di criticità accumulate nel corso degli anni", ha sottolineato Conte.
E perché la cinghia di trasmissione tra governo e autorità locale non debba più incepparsi, il premier ha deciso di istituire un tavolo di coordinamento che si riunirà a cadenza mensile "in cui tutte le autorià locali si potranno confrontare con tutte le altre autorità di garanzia e per intervenire per il massimo coordinamento informativo".
Quanto costa
Per quello che riguarda gli stanziamenti, è la ministra alle Infrastrutture e Trasporti, Paola De Micheli, a sottolineare che il costo del Mose, all'ultimo aggiornamento, "era previsto a 5 miliardi 493 milioni. Il governo stanzia ora 325 milioni di euro per arrivare al tetto del costo complessivo", e se la previsione per la fine dei lavori è al 31 dicembre 2021, "il mandato dato a chi lavora al tema del Mose è quello di fare il prima possibile". L'intervento del governo non si ferma, però, alla gestione dell'emergenza, con i fondi sul Mose. Sono previste risorse anche per i lavori di manutenzione ordinaria.
Il governo, continua De Micheli, "ha deliberato, con una norma da inserire in manovra un finanziamento di 60 milioni per interventi di natura idraulica per tutti i comuni della laguna". Risorse che si aggiungono ai oltre ai "40 milioni già previsti dalla manovra precedente per il 2020, per ridare una spinta agli interventi idraulici che concorrono a proteggere Venezia, non solo straordinari, ma ordinari", ha aggiunto.
Venezia è anche nel "Proteggi Italia"
Di Venezia si tornerà a parlare a dicembre, nel corso di una nuova riunione del Comitatone che sarà incentrata sulle grandi navi in laguna, come sottolineato da De Micheli. Venezia è solo un capitolo di un dossier più grande che, nel governo, è rubricato alla voce 'Proteggi Italia'. Questo il nome dato al piano di messa in sicurezza del territorio approvato dal governo gialloverde e da cui Conte vuole ripartire: "Con il Proteggi Italia agiamo in prevenzione. Un piano che va esposto all'apporto migliorativo dei nuovi ministri e delle nuove forze di maggioranza, perché non possiamo ricominciare ogni volta daccapo.
Il Piano è il nostro punto di partenza". Per fare in modo che funzioni, però, il premier chiede di fare lavoro di squadra; un appello non solo alle forze di maggioranza, ma a tutto il 'sistema paese', a cominciare dai presidenti di Regione: "Ci rivolgiamo a loro perché spingano nei progetti di messa in sicurezza. Noi siamo disponibili al confronto, l'obiettivo è comune: agire in modo articolato per contrastare i rischi idrogeologici. Più agiremo sulla manutenzione e la prevenzione più eviteremo rischi alla popolazione per azzerare il numero dei morti". Morti che, come spiega il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli, sono stati 34 dall'inizio dell'anno, a fronte di oltre 200 eventi calamitosi.