La riforma del Meccanismo Europeo di Stabilità (Mes), che si dovrebbe concludere con l'approvazione di un nuovo Trattato al vertice europeo di dicembre, dopo l'accordo raggiunto lo scorso giugno all'Eurogruppo, agita la politica italiana, ed è scontro tra Lega e governo. Dopo le accuse lanciate da Matteo Salvini al presidente del Consiglio e la dura replica di Giuseppe Conte (che ha chiarito che nessun accordo è stato ancora siglato), è il Movimento 5 stelle a volerci vedere chiaro: i pentastellati ritengono necessario un vertice di maggioranza e investono della questione Luigi Di Maio.
Intanto, secondo fonti di governo, l'esecutivo punta ad un rinvio, e non si esclude l'ipotesi di porre il veto in sede Ue. Oggi, alle ore 14.30, le Commissioni riunite Bilancio e Politiche Ue della Camera svolgeranno l'audizione informale del presidente del Centro Europa Ricerche (Cer), Vladimiro Giacchè, sul funzionamento del Mes e sulle sue prospettive di riforma.
Gli attacchi della Lega
Ma in attesa che il Parlamento venga chiamato ad esprimersi (il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ha già dato la disponibilità a riferire in Aula, e venerdì prossimo dovrebbe essere ascoltato dalla commissione Finanze del Senato), l'opposizione va all'attacco di governo e maggioranza. È soprattutto la Lega a mantenere alta la tensione: "Le precisazioni di Palazzo Chigi sul Mes non hanno chiarito un bel nulla. Anzi, hanno aumentato la preoccupazione", incalza il presidente della commissione Bilancio Claudio Borghi.
Per Salvini, Conte deve recarsi "subito in Parlamento a dire la verità, il sì alla modifica del Mes sarebbe la rovina per milioni di italiani e la fine della sovranità nazionale", insiste il leader del Carroccio.
La posizione del M5s e Leu
Ad esprimere forti criticità sono anche le forze di maggioranza. In primis i 5 stelle, che si dicono contrari: "La discussione deve essere trasparente, il Parlamento non può essere tenuto all'oscuro dei progressi nella trattativa e non è accettabile alcuna riforma peggiorativa del Mes", affermano i pentastellati della commissione Finanze.
Un giudizio negativo arriva anche da Leu, che chiede al governo di non firmare per il Fondo Salva-Stati. Tra l'altro, Stefano Fassina ricorda che "a giugno scorso la Camera ha approvato una risoluzione nella quale veniva impegnato il Governo Conte I e il ministro Giovanni Tria a fermarsi" e che in Parlamento si sta lavorando per "impegnare il governo a non sottoscrivere, nel prossimo vertice dell'Ue, un Trattato così negativo per l'interesse nazionale".
La replica del governo
Sul tema interviene il ministro degli Affari europei, Enzo Amendola, che scandisce: "Nessuno ha firmato niente, è un negoziato che avanti da mesi e chi solleva oggi dubbi era al governo quando si faceva questo negoziato che va avanti da mesi". Ma la Lega insiste a chiedere che l'esecutivo riferisca in Aula. Richiesta sollecitata anche da Forza Italia e Fratelli d'Italia.
La linea dell'esecutivo, viene spiegato, è chiara: a decidere sarà il Parlamento. E, comunque, non c'è alcuna emergenza, l'esecutivo è pronto a prendere tempo e a rinviare la discussione qualora non si dovesse raggiungere un accordo complessivo in ambito europeo. È quanto riferiscono fonti del governo, riguardo alla polemica sulla revisione del Trattato sul Meccanismo Europeo di Stabilità.
E sarà il ministro dell'Economia a illustrare alle Camere la posizione dell'esecutivo. Il tema dovrebbe essere affrontato al Consiglio europeo di dicembre, ma in quell'occasione l'Italia ribadirà quanto già sottolineato nei mesi scorsi, ovvero che è necessaria una riforma globale. La revisione del Mes, insomma, va inserita in un pacchetto complessivo di riforme. Dunque, senza il verificarsi di questa condizione, non si esclude che il governo possa mettere il veto, ma per il momento si punterà soprattutto a prendere tempo.