Il centrodestra che attende l'esito delle regionali in Umbria è una coalizione unita anche a livello nazionale, per la prima volta negli ultimi 19 mesi. Dopo settimane di frizioni, distinguo e posizionamenti reciproci, la 'Casa degli italiani', 'ri-nata' in piazza San Giovanni il 19 ottobre, si affaccia a una competizione elettorale ricompattata anche a livello nazionale.
C'e' da dire che, sul piano locale, l'alleanza ha sempre goduto di buona salute, risultando vittoriosa in tutte le competizioni elettorali regionali recenti, quantomeno da marzo 2018 (con la sola eccezione del Lazio vinto dal segretario del Pd Nicola Zingaretti), reggendo bene all'urto dei 14 mesi di alleanza leghista con i Cinque Stelle a livello nazionale.
Lega, Fratelli d'Italia e Forza Italia tentano quindi l'en plein con l'Umbria, e a seguire con l'Emilia-romagna e la Calabria e le altre consultazioni regionali fino a primavera 2020, quando si voterà anche in Veneto.
Matteo Salvini lo ha detto chiaramente dal palco della maxi-manifestazione romana: "le vinceremo tutte e nove e poi torneremo al governo nazionale". Salvini e gli altri due leader del centrodestra, Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi, credono in una vittoria netta di Donatella Tesei, la candidata leghista in Umbria, regione che il segretario leghista ha 'battuto' in lungo e in largo per "51 giorni", come ha ricordato nel comizio di chiusura della campagna, venerdì sera a Terni.
I tre leader interpreteranno una eventuale vittoria come un avviso di sfratto al governo di Roma, anche se sono consapevoli che difficilmente l'esecutivo Conte II cadrà per il voto in Umbria. D'altronde il presidente del Consiglio Giuseppe Conte e tutti i 'regenti' del governo hanno respinto al mittente: il voto umbro "non è un test nazionale.In ogni modo, nel centrodestra si ritiene che una eventuale vittoria nella Regione storica roccaforte di sinistra non potrà passare senza conseguenza'.
E si è molto attenti agli eventuali 'scossoni' che l'esito del voto umbro potrebbe avere sull'esecutivo e in particolare modo sul Movimento 5 stelle e sulla leadership di Luigi Di Maio, che ha perso tutte le Regionali nell'ultimo anno e mezzo. Soprattutto perché sarà il primo test per la neonata alleanza giallorossa che sostiene il governo.
Salvini in particolar modo è convinto del successo in Umbria ed è pronto già a buttarsi nella prossima battaglia: la conquista dell'altra Regione rossa, l'Emilia-Romagna, con la 'sua' Lucia Borgonzoni. Il capo di via Bellerio rifiaterà qualche giorno dopo l'esito delle regionali umbre, poi per il 14 novembre ha già prenotato il Paladozza di Bologna per aprire ufficialmente la campagna di Borgonzoni.
E - ragionano nel Lega - se anche l'Emilia 'rossa' cadra', il governo non potrà reggere molto.Come accade per ogni consultazione, poi c'è la 'prova' dei numeri. Nella coalizione si farà qualche conto, domani, quando i risultati saranno definitivi. Se da una parte la Lega si attende di confermare il 38 per cento preso in Umbria alle Europee di maggio, la gara sarà tra Fratelli d'Italia e Forza Italia, con i primi che auspicano di certificare per la prima volta il sorpasso sugli azzurri suggerito dal trend di tutti i sondaggi delle ultime settimane.
In realtà, malgrado alle ultime europee, a livello nazionale FI fosse davanti a FdI (8,8 % a 6,4%), in Umbria il partito di Meloni aveva preso già pochi voti in più di quello di Berlusconi ( 6,58% contro 6,42%). Sarà una gara all'ultimo voto e i due leader di FdI e FI lo sanno, tanto che non si sono risparmiati con comizi nei principali Comuni dell'Umbria nelle ultime settimane.