A due giorni dalla chiusura della campagna elettorale in Umbria, Matteo Salvini punta a usare un eventuale successo in Umbria come trampolino per il lancio della personale 'road map' che vorrebbe lo riportasse al governo nazionale. Mentre, nel Movimento 5 stelle, Luigi Di Maio tenta di puntellare la Regione, con presenze crescenti, sue e dei dirigenti pentastellati, ad arginare i timori di una discesa dei consensi, per il M5s, sotto il 10%, in un voto che sarà il primo banco di prova per l'alleanza, traslata a livello regionale, con il Pd. Il capo politico del M5s chiuderà la campagna a Perugia, venerdì sera, dove ha spostato il comizio in origine previsto a Terni (salta quindi il duello ternano con Salvini, che nella cittadina terrà il comizio conclusivo).
Presenza quasi capillare in quest'ultima settimana di campagna elettorale per Giorgia Meloni e anche per Silvio Berlusconi, impegnato in una tre giorni - da oggi fino a venerdì - di full immersion sostenuta e abbastanza impegnativa per un leader di 83 anni. Venerdì, giorno di chiusura, tornerà in Umbria anche il segretario del Pd, Nicola Zingaretti: chiuderà anche lui a Terni, come Berlusconi e Salvini. Mentre domani, il presidente del Consiglio Giuseppe Conte è atteso in visita all'azienda di Brunello Cucinelli. è probabilmente per l'impegno di Salvini che questa piccola Regione italiana - meno di 900mila abitanti - è diventata il centro della politica italiana in questi giorni, tanto da essere stata definita l'Ohio d'Italia (nelle elezioni presidenziali statunitensi in genere chi si 'prendè l'Ohio conquista la Casa Bianca).
Reduce dalla sconfitta politica che ha conciso con la formazione del governo Conte II, Salvini crede nella vittoria in Umbria, domenica sera, tanto che, da settimane, non ne fa mistero in pubblico. Ma non si illude che questo voto possa far cadere realmente il governo nazionale. Il segretario leghista si attende un buonissimo risultato, con la Lega ampiamente primo partito nella Regione, sopra il 30%. La novità è che Salvini, però, comincia a credere nel 'bis' in Emilia-romagna, il 26 gennaio, dove i sondaggi in mano ai leghisti - stando a quanto trapela da via Bellerio - descrivono uno scenario di testa a testa tra Lucia Borgonzoni e il governatore dem uscente Stefano Bonaccini.
Anche se potrebbe cambiare tutto in base alle decisioni di Pd e M5s sull'ipotesi di replicare a livello regionale l'alleanza, come già avvenuto in Umbria. Per Salvini, il voto emiliano-romagnolo potrebbe diventare, quindi, la "battaglia della vita". "Se non dovessimo vincere, perderemmo comunque in maniera onorevole, e non cambierebbe nulla a livello nazionale - si ragiona in via Bellerio -. Ma se vincessimo anche in Emilia-romagna, il governo Conte non reggerebbe l'impatto. Il governo cadrebbe". "Se qualcuno degli alleati ha dei dubbi sulla vittoria in Emilia io non ne ho. Sarà quella la prova del nove", ha spiegato il segretario leghista, riunendo i gruppi ieri.
E proprio per preparare la campagna elettorale a sostegno di Borgonzoni - che si aprirà ufficialmente il 14 novembre con un grande evento al Paladozza di Bologna - l'ex ministro dell'Interno ha messo a punto un programma 'ad hoc'. Si chiama 'adotta una provincià il piano che Salvini ha spiegato ai parlamentari. Deputati e senatori dovranno scegliere ognuno una zona dell'Emilia per essere sempre presenti sul territorio. Altra tattica: ogni parlamentare dovrà portare sul tavolo un tema per cercare di mettere in difficoltà l'esecutivo.
Nelle ultime ore, il capo degli ex lumbard ha - viene segnalato - inaugurato una nuova strategia politica e comunicativa. Il bersaglio dei suoi strali sarà sempre meno il presidente del Consiglio Giuseppe Conte. "Non infierirà più su Conte - si annuncia -. Lui è fatto per i 5 stelle. Lo lasciamo in pasto a Di Maio e a Matteo Renzi". Intanto, l'Umbria sarà il primo banco di prova della neonata alleanza tra Pd e M5s. Di Maio ha chiarito che non considera il voto un "test nazionale" e che se il candidato sostenuto dai giallo-rossi Vincenzo Bianconi batterà la leghista Donatella Tesei, darà vita a una giunta "senza politici". I 5 stelle hanno intensificato le presenze in Regione negli ultimi giorni e stanno cercando di darsi da fare per recuperare consensi, con le Cassandre che predono una discesa sotto il 10%.
Il M5s, in realtà, punta tutto sulla Calabria dove schiererà un proprio candidato magari sostenuto dal patto civico con un Pd, sfilato, e conta di conquistare la prima Regione a guida 5 stelle. Schema che potrebbe ripetersi, invertito, però, in Emilia-romagna, con il candidato del Pd Bonaccini, in una sorta di patto non belligerante, in cui il Movimento potrebbe persino decidere di rinunciare alla corsa. E se per Fratelli d'Italia, Meloni da settimane gira l'Umbria, per Forza Italia negli ultimi giorni è sceso in campo il leader Berlusconi. Nel partito continua il dibattito aperto dalla 'non ortodossa' Mara Carfagna che ha criticato la partecipazione alla manifestazione organizzata dalla Lega in piazza San Giovanni a Roma. "Qualcuno, anche dei miei, ha detto, come ho letto, che sabato ci siamo consegnati a Salvini. è esattamente il contrario", ha tagliato corto Berlusconi.
Salvini e Meloni "hanno dichiarato pubblicamente di essere parte della nostra coalizione unita - ha aggiunto -. Hanno voluto non chiamarla centrodestra. Avevo proposto Casa delle libertà, hanno scelto Casa degli italiani e va bene. Sono io, con Forza Italia, che ha sempre sottolineato, tutto il tempo, l'assoluta necessità che la coalizione della nostra parte politica anti sinistra e anti comunista fosse unita", ha aggiunto. "Sono salito e sceso dal palco, dopo la manifestazione, soddisfatto, dopo la manifestazione, di aver raggiunto un obiettivo fondamentale", ha detto ancora.
Per l'ex Cavaliere il voto umbro è estremamente importante. Il centrodestra, ha aggiunto, vincerà "contro questa incredibile aggregazione della sinistra. Questo voto penso possa diventare un fatto simbolico, un primo avviso di sfratto per il governo". In Umbria oggi c'era anche Carfagna. "Leggo dall'Umbria, dove sto partecipando a manifestazioni in sostegno delle liste di Forza Italia e della brava Donatella Tesei, dichiarazioni di diversi amici che si sbracciano per ribadire l'importanza della ricostituzione del centrodestra, seppure sotto la guida di Matteo Salvini, secondo la 'linea di San Giovanni' - ha commentato la vice presidente della Camera -.
Sono anche io una convinta sostenitrice del Centrodestra unito ma esaltare oggi quella formula, senza preoccuparsi del calo di consenso di FI, significa usarla come un alibi per non guardare la realtà. Mai nessuno mi convincerà ad accettare la resa di FI e della nostra idea d'Italia in cambio di un seggio garantito quando si voterà. Se ad altri sembra conveniente, io non la penso così: continuerò a pontificare in tv, come ha detto ingenerosamente qualcuno, piuttosto che fare la banderuola per opportunismo, e a lavorare sul territorio come ho sempre fatto. E a chi mi critica dico: non basta affidarsi al successo degli altri per vincere, bisogna costruire il proprio percorso, se se ne è capaci".