In un’intervista al Corriere della Sera il premier Conte lamenta di sentire continuamente il fiato sul collo del senatore Renzi sul suo governo. “Ha bisogno di rimarcare uno spazio politico e ogni giorno ripropone questa logica, questo ci precluderà di poter andare avanti. È inaccettabile”, si sfoga il premier, al tal punto da lasciarsi andare a un “come posso star sereno…”?
Il presidente del Consiglio si trova ad Assisi, dove riceve l’affetto e l’abbraccio del mondo cattolico, ma non è affatto tranquillo. E in un colloquio con la Repubblica fa capire chiaramente che teme che Renzi voglia rimettere piede a Palazzo Chigi per sedersi nuovamente su quella poltrona. E al quotidiano di via Solferino che chiede esplicitamente se Renzi non sia una mina vagante per la stabilità del governo facendo correre il rischio al Paese di tornare a votare, il premier si chiede: “Cosa significa andare a votare? Siamo partiti adesso”. Per poi aggiungere: “C’ è un mondo che aspetta, lì fuori. Avete sentito cosa chiedono i cittadini? Vogliono la soluzione ai loro problemi. Ogni volta che li incontro sono affettuosi, sono carini. C’è una investitura anche affettiva della gente. Le persone vogliono credere. Vogliono una squadra di governo che lavori per loro, non per sé stessi”.
Ma per arginare le pretese, gli impulsi o i desideri dell’ex premier, Conte dice che non ha alcuna intenzione di “far e un patto singolo co n Renzi, non è nella mia cultura”. Specificando che “non abbiamo bisogno né di crostate né di merendine, ci possiamo vedere tranquillamente, ma non davanti a qualche caminetto”. Niente sotterfugi, dunque. “Al tavolo io parlo con i ministri e i capi delegazione, perché quella è la mia squadra”, dice. Dunque, tutto alla luce del sole.
Tuttavia le insidie sono più d’una. Anche il piano Di Maio-Bonafede sui rimpatri rischia di essere uno smarcamento dalla linea ufficiale di governo, sottolinea il Corriere, e su questo punto il premier si sente sicuro, tanto da ribattere: “No, nessuna contrapposizione. Il lavoro della Farnesina mi era stato anticipato, lo avevano comunicato alle forze politiche“.
E comunque Conte non vuole commentare o “interpretare cose che non ho ancora letto” su eventuali differenti posizioni tra chi sottolinea che i ricollocamenti non bastano e chi invece dice che bisogna fermare le partenze. Per aggiungere solamente: “La politica sui migranti deve esser e multilivello, non basta interrogarsi su sbarchi sì, sbarchi no”. E sui migranti non ha nulla di nuovo da aggiungere il premier, che rimarca invece che se “prima la mia voce era un po’ oscurata, perché c’era chi aveva toni più alti del mio”, riferendosi a Salvini.
Conte tuttavia è un po’ tra l’incudine (Renzi e gli altri leader Pd e 5Stelle che forse temono l’ascesa della sua leadership) e il martello Lega che ha avanzato anche un’interrogazione sui presunti conflitti d’interesse del premier stesso. Conte è preoccupato? Lui risponde semplicemente: “E di che parliamo? Di una questione di quando ero bambino, affrontata da tutti i giornali? Mi auguro che Salvini, invece di dilettarsi andando a recuperare questioni superate, faccia opposizione offrendo proposte credibili e non annunciando la flat tax al 15% per tutti, oppur e una manovra da 100 miliardi”.
A la Repubblica, poi, sui temi della campagna elettorale umbra il premier rimarca che, certo, “il voto in Umbria è rilevante”, ma che anche “è un po’ esagerato parlare di laboratorio”. “C’è un progetto politico che va costruito, siamo agli inizi e non possiamo testarlo solo qui” spiega. Infine poi c’è la questione degli interrogativi circa i rapporti tra lo staff del presidente Usa Trump e i servizi segreti italiani sui quali il premier riferirà a giorni al Copasir. Tema sul quale Conte si limita a dire a la Repubblica che “resterete molto delusi rispetto alle fantasie che circolano. Non è successo nulla di anomalo, ma cose abbastanza conformi alla prassi, qualcosa nel complesso di ordinario, per quanto riguarda il nostro operato”.
“Si sta speculando ingiustamente”, chiosa con il Corriere, al quale aggiunge: “È una cosa gravissima anche solo pensare che il premier faccia uso personale dei Servizi. Chi ha usato quel linguaggio ha rivelato quale deformazione politica abbia in testa per quanto riguarda le attività di intelligence”.