Per alcuni è una felice inversione di tendenza, una scommessa decisiva per il nostro futuro. Per altri un azzardo o, peggio, un'insensatezza. Dare o non dare il voto agli under 18 è un dilemma che divide e fomenta il dibattito pubblico - e politico, nello specifico. Ma quale è la storia di questa proposta?
Dare il voto ai sedicenni è un'idea che ha radici profonde in l'Italia e circola da oltre 150 anni. La proposta di Enrico Letta di una riforma costituzionale per estendere il suffragio ha riaperto il dibattito.
Breve storia di un'idea secolare
Nel 1848 Antonio Rosmini, nell’elaborare la sua proposta di costituzione, afferma che il diritto di voto sarebbe da estendere ad ogni cittadino di sesso maschile. Cittadino che, una volta divenuto adulto, voterebbe anche per moglie e figli: "un voto per ogni bocca da sfamare";
- 4 aprile 2004, nel corso di un congresso delle Acli, l'idea dell'economista Campiglio - di estendere il diritto di voto agli under 18 - viene accolta e inserita nelle sette proposte per l’agenda politica del Paese. "È una scommessa decisiva per il nostro futuro", così viene descritta dall'allora presidente Acli Luigi Bobba.
- 2007, Walter Veltroni, allora a capo del Partito Democratico propone di estendere il voto ai cittadini sedicenni, così come agli extracomunitari residenti in Italia da almeno cinque anni, alle elezioni amministrative. Un'idea che era stata fatta propria da un gruppo di parlamentari del Pd, che, nella successiva legislatura, aveva presentato al Senato una proposta di legge del medesimo tenore, non incontrando però il favore dei loro colleghi. Fu lo stesso Partito Democratico, l’anno successivo, a prevedere il voto ai sedicenni per scegliere il proprio segretario, scelta che tuttavia non fu ripetuta alle primarie del 2012 per tornare poi a quelle interne al Partito del 2013, quelle tra Renzi, Cuperlo e Civati e in numerose primarie locali per la scelta dei candidati alle amministrative. In Parlamento dal 7 maggio 2013 è presente un disegno di legge a firma di Antonio Decaro (Pd) che prevede l'estensione del diritto di elettorato ai sedicenni per le elezioni dei consigli regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali;
- 2011, l'economista Tito Boeri rilancia la medesima idea nel suo libro "Riforme a costo zero": "Bisogna allargare ulteriormente il fronte di chi sostiene le riforme. I giovani non possono rimanere soli. Bisogna far pesare di più la loro voce, per esempio imitando l’Austria, che ha esteso il diritto di voto a sedicenni e diciassettenni. Vorrebbe dire aumentare l’elettorato di poco più di un milione di italiani - con un peso elettorale corrispondente a quello di chi ha superato gli 85 anni - e contribuirebbe a ridurre l’età dell’elettore mediano da 47 a 46 anni. Sarebbe un piccolo segno, ma significativo, di un maggior interesse verso i giovani e il loro peso nell’arena politica";
- 2015 la Lega Nord avanza una proposta di modifica degli articoli 48 e 58 della Costituzione per abbassare a 16 anni l'età per votare a Camera e Senato. Il testo, depositato l'11 novembre 2015 è stato assegnato il 3 dicembre alla commissione Affari Costituzionali della Camera. Il testo della Lega Nord sottolinea che "la partecipazione al voto è il principio su cui si fonda il concetto stesso di democrazia. Per questa ragione la crescita progressiva del numero di cittadini che rinunciano a esercitare il diritto di voto è un segnale preoccupante che non può essere sottovalutato".
- gennaio 2016 Beppe Grillo scrive sul suo profilo Facebook: "Dobbiamo accogliere le idee dei giovani su come migliorare l’ingresso nel mondo del lavoro e su come migliorare l’educazione superiore. Dobbiamo consentire ai giovani di diventare il motore dell’innovazione dell’Italia e il primo passo è garantire loro pieni diritti politici a partire dai 16 anni. Il MoVimento 5 Stelle si batterà per questo";
- 2017 i 5Stelle rilanciano l'idea avanzata da Grillo l'anno prima: diritto di voto esteso ai 16enni e uniformato alle due camere. Questa la proposta di riforma costituzionale per "rafforzare la democrazia diretta". L'ex ministro dei trasporti Danilo Toninelli parla di permettere agli adolescenti di esprimere la propria preferenza anche per le elezioni regionali e comunali. La filosofia di fondo sarebbe quella di controbilanciare il potere “decisivo” degli anziani;
- giugno 2019 Beppe Grillo, sul suo blog avanza la proposta di estendere il diritto di voto non solo ai 16enni ma anche ai 14enni. "Noi proponiamo il diritto di voto ai 16enni, ma se fosse per noi faremmo votare anche i 14enni e vi spieghiamo perché".
La proposta di Letta
"Facciamo votare i ragazzi di Greta". Intervistato da Repubblica, il 29 settembre Enrico Letta ha sostenuto l'idea di dare maggiore potere alle nuove generazioni. E questo attraverso una riforma costituzionale "da fare in un anno".
L’ex premier ha parlato di "una occasione storica". Alla domanda se sapeva che si tratta una vecchia proposta di Beppe Grillo, l’esponente del Pd e attuale direttore della scuola SciencesPo di Parigi rivendica che lui aveva già avanzato il suggerimento, di dare il voto ai sedicenni, già due anni fa.
"Adesso dico che è urgente, e che con questa maggioranza si può fare. È un modo per dire a quei giovani che abbiamo fotografato nelle piazze, lodando i loro slogan e il loro entusiasmo: vi prendiamo sul serio e riconosciamo che esiste un problema di sottorappresentazione delle vostre idee, dei vostri interessi".