“Non è dicendo ‘mi avete rubato i sogni’ che si affrontano i problemi”. È critica e fuori dal coro la voce del filosofo Massimo Cacciari sull’azione e il pensiero di Greta Thunberg sul clima, perché “se continuiamo ad affrontare i problemi alla Greta siamo fritti”, meglio “siamo all’ideologia dell’incompetenza”, dice il professore di Estetica all’Università San Raffaele di Milano in una breve intervista al Corriere della Sera.
Secondo l’ex sindaco di Venezia, “i problemi non si affrontano in termini ideologico-sentimental-patetico”, bensì “in termini scientifici”. E il ragionamento offre al professore anche l’opportunità di criticare il ministro Fioramonti
Per l’idea di giustificare de facto quegli studenti che intendano partecipare al #Fridayforfuture aderendo alle manifestazioni e marinando la scuola: “Mica il ministro può giustificare i ragazzi. O è diventato un suo potere?”, ma forse “allora sarà una manifestazione autorizzata, solo che è di un’assurdità pazzesca”.
Secondo il filosofo veneziano, le ore di queste manifestazioni dovrebbero essere semmai usate “per fare seminari autogestiti ai quali far partecipare lo scienziato che racconta come va il clima” e “capendo problemini che sfuggono totalmente alla bambina” ponendo, nel caso, “il problema delle risorse disponibili” e se “uno sviluppo economico è compatibile con l’ambiente”.
E “non è così che nascono le coscienze critiche” ma si formano “lentamente, faticosamente, con la formazione”. In questo caso Greta “dovrebbe andarci a scuola” dice il professore, perché “forse si renderebbe conto che lei è svedese, i ragazzi che scioperano sono europei, ma in piazza non ci sono né indiani, né cinesi, né brasiliani. Non mi pare un problemino da poco”.
Ma c’era bisogno alla fin fine di una Greta per smuovere e sensibilizzare le coscienze? Secondo Cacciari le cose che va ripetendo la ragazzina, le avevano “già dette fior fior di scienziati” ma forse “non avevano l’eco di questa bambina”, conclude.