“Partono dalla tassa sulle merendine e finiranno per colpire i patrimoni”. Ne è convinto Antonio Tajani, vicepresidente di Forza Italia, che in un’intervista al Corriere della Sera si chiede anche: “Se non c’è un’adeguata politica per la crescita, se non si creano benessere e ricchezza, dove li troveranno i soldi per impedire l’aumento dell’Iva se non dalle tasse?” E nel frattempo il ceto medio diventa “sempre più basso”. Piccoli e medi imprenditori, agricoltori, statali, pensionati sempre più “tartassati”.
Terminata la kermesse di Viterbo, dove è intervenuto anche Antonio Lopez, il segretario del Ppe, Tajani tira un po’ le file del fine settimana politico di Forza Italia, una tre giorni per riflettere su identità e libertà, “che per noi è la chiave di tutto, la libertà che lega il nostro passato con il futuro di Forza Italia”, la stessa libertà “che ci chiede anche il ceto medio, milioni di persone che non vanno più a votare perché sono deluse dalla politica e soffocate da una pressione fiscale costante”.
Secondo Tajani ci sono infatti almeno “4 milioni di imprese che attendono risposte e solo insieme si esce dalla crisi, ma servono soluzioni a livello nazionale ed europeo”. Quanto al partito, il vice di Berlusconi non teme che qualcuno possa andarsene da Forza Italia, magari per passare nelle fila della nuova formazione di Renzi, Italia viva, perché “ci sono milioni di elettori che non vanno più a votare e invece hanno diritto di avere un punto di riferimento” e questo attrattore è semmai Forza Italia “con i suoi valori” che sono dati dalla “centralità della persona, le radici cristiane, la solidarietà, la sussidiarietà”.
Per Tajani, dunque, “il partito è compatto, non ci sono correnti” e “alla gente non interessa chi cena con chi”, riferendosi al dinner convocato da Mara Carfagna in un ristorante della Capitale, poche sere fa. E semmai, ciò ce sta a cuore è “che tutti remiamo nella stessa direzione per risolvere i problemi”. Ma chi è e cos’è Forza Italia oggi? Secondo l’ex presidente dell'Europarlamento, FI è fatta di “patrioti e non sovranisti, europeisti convinti ma mai sottomessi alla burocrazia comunitaria”.
E la legge elettorale? Secondo Tajani “bisognerà ragionare e scriverla tutti insieme a tavolino” in quanto le regole di una partita di calcio “non possono mica fissarle la curva Sud e la curva Nord dell’Olimpico”. “Ricordo solo che il proporzionale garantisce la presenza di tutti” chiosa e chiude l’intervista.