Matteo Renzi è ormai pronto a lanciare l'iniziativa dei gruppi autonomi in parlamento, ma tra i renziani stessi non sono pochi a nutrire dubbi sull'operazione.
Alessia Morani, tra le più fedeli tra le parlamentari renziane, afferma senza mezzi termini che lei resterà nel Partito Democratico e si spinge a fare appello a tutti perché non si metta in difficoltà il governo giallorosso nel giorno in cui si completa la squadra.
Un'altra prima linea renziana è Simona Malpezzi che, seppur non utilizzando i toni definitivi della collega, conferma che casa sua è il Pd finché questo rimarrà un "partito plurale".
Il coordinatore dei comitati civici Ritorno al Futuro, Ivan Scalfarotto, è in attesa di un chiarimento: finché non ci sarà una decisione - dice - è inutile parlare di ipotesi.
Richiamare domani sera, insomma. Anche perché nel tardo pomeriggio Matteo Renzi sarà nello studio di Bruno Vespa e "da lì arriverà una indicazione precisa", scommettono esponenti renziani al Senato. Fonti parlamentari vicine all'ex segretario dem confermano lo smarrimento dei fedelissimi: "Rischia di essere una operazione di piccolo cabotaggio", viene sottolineato con riferimento al numero di parlamentari che potrebbero seguire Matteo Renzi.
I numeri, i deputati e senatori favorevoli
Si spera in una ventina di deputati, quanto basta per mettere in piedi un gruppo autonomo a Montecitorio. Ma se si tiene conto che il grosso delle file della minoranza dem in Parlamento sono rappresentate da esponenti di Base Riformista, area che fa capo a Luca Lotti e Lorenzo Guerini e che conta circa 40 parlamentari, è tutt'altro che scontato che si arrivi a quella cifra: "Guerini e Lotti non ci pensano neppure - viene riferito - e, anzi, confermano la linea uscita dall'assemblea di Montecatini. Rimaniamo nel Pd cercando di rafforzare la vocazione riformista e progressista del partito".
A seguire Renzi, al momento, ci sarebbero i deputati Maria Elena Boschi, Anna Ascani, Luciano Nobili, Michele Anzaldi, Luigi Marattin, i coordinatori dei comitati civici Ettore Rosato e Ivan Scalfarotto, Michele Anzaldi. Al Senato il fedelissimo Francesco Bonifazi, mentre Andrea Marcucci ha già fatto sapere di voler rimanere nel Pd.
"Per quello che vogliamo fare, i numeri sono sufficienti in tuti e due i rami del Parlamento", assicura comunque Nobili.