Affari economici come prima indicazione, Commercio in subordine, mentre il borsino che per un possibile approdo al portafoglio alla Concorrenza sembra virare verso il basso. Alla vigilia del weekend più lungo di Ursula von der Leyen, che si prenderà tutto il fine settimana per sistemare le tessere del mosaico e martedì prossimo scoprirà le carte della nuova Commissione europea, l'Italia ribadisce l'ambizione di ottenere il commissario più importante del futuro esecutivo Ue, quello agli Affari economici e monetari appunto.
Sul fronte Bruxelles le bocche restano cucite, si ripete che lo schema è ancora tutto da disegnare, mentre nei corridoi circolano organigrammi con molte caselle vuote. L'intenzione è quella di tenere le carte coperte fino alla fine.
Ma Roma ci spera: fonti di parte italiana al termine del faccia a faccia von der Leyen-Gentiloni a palazzo Charlemagne, fanno trapelare un 'clima di grande amicizia' e dicono di essere "fiduciose" che alla fine l'ex premier del Pd otterrà per l'Italia (sarebbe la prima volta nella storia) il ruolo che negli ultimi cinque anni è stato di Pierre Moscovici.
A giocare a favore dell'Italia, si sottolinea, è non solo il peso specifico di un Paese fondatore e di lunga tradizione europeista, ma soprattutto il cambiamento di clima di un governo che nei fatti ha ribaltato il suo atteggiamento nei confronti dell'Unione. La figura di Paolo Gentiloni, ex capo di governo e dallo specchiato curriculum europeista, dovrebbe fare il resto. Assegnare a Roma l'incarico di 'arbitro' dei conti dopo due procedure per violazione della regola del debito sventate al foto-finish nell'ultimo anno e mezzo, sarebbe insomma un segnale simbolicamente molto forte.
La partita però è complessa. A frenare le ambizioni italiane, oltre alle tensioni recenti e non con i partner dell'eurozona sui conti e un debito pubblico monstre, c'è soprattutto il cosiddetto fronte rigorista del Nord, Olanda in testa, che teme uno sbilanciamento verso i paesi del Mezzogiorno del baricentro delle istituzioni europee sul piano economico. Al blocco del 'no' potrebbe non bastare nemmeno la conferma del lettone Valdis Dombrovskis, custode dell'ortodossia fiscale, come commissario responsabile per l'euro. Ma niente è ancora deciso, le trattative sono in corso e andranno avanti per tutto il week end.
Se l'ipotesi Affari economici dovesse saltare, il Commercio sarebbe il punto di caduta più probabile, che comunque non dispiacerebbe all'Italia. La poltrona su cui oggi siede la svedese Cecilia Malmstroem è di competenza esclusiva dell'Unione, il che attribuisce all'esecutivo Ue un margine di manovra politico e operativo senza paragoni, soprattutto in un momento in cui lo scontro sui dazi con gli Usa di Donald Trump e il confronto con Pechino costituiscono il primo punto dell'agenda globale. Anche in questo caso il cambio di passo del governo Conte 2 sarebbe decisivo, considerato che diverse cancellerie europee avevano già espresso sotto traccia il loro 'no' preventivo ad attribuire il portafoglio del Commercio al governo 'sovranista' a guida giallo-verde.
Resta in piedi, ma con chance oggi più ridotte, la casella della Concorrenza, che il Financial Times accredita invece come più probabile. Diverse fonti ridimensionano la notizia del quotidiano britannico, che citando due funzionari Ue ha scritto che Gentiloni prenderà il posto di Margrethe Vestager, e sottolineano che quella della Concorrenza, seppur una partita non ancora chiusa, resta la meno probabile.
La Concorrenza inoltre, trapela dalla stampa francese, sarebbe nel mirino di Emmanuel Macron che vorrebbe all'Antitrust europeo la vice-governatrice della Banca Nazionale Sylvie Goulard, anche se la nomina eventuale di una francese alla Concorrenza sarebbe un segnale non proprio di distensione nei confronti degli Usa di Trump dopo lo scontro dello scorso luglio con Parigi sulla web tax. Le diplomazie sono a lavoro, il weekend più lungo di Ursula è già iniziato. Martedì il responso.