Tre miliardi di euro aggiuntivi sono ciò che serve, secondo il nuovo capo del dicastero dell'istruzione, per riabilitare Università e scuola: uno da convogliare verso la prima, e due per la seconda. "I fondi si possono trovare con interventi fiscali mirati, quella che chiamo l’Iva strategica" ha detto Fioramonti in un'intervista al Corriere della Sera.
Per raggiungere questo obiettivo, il neoministro guarda alle micro tasse "di scopo": come quelle su merendine, bibite zuccherate e biglietti aerei. "Sono attività - ha continuato il pentastellato - o dannose per la salute, le prime due, o inquinanti. Con i soldi che lo stato ricava si fanno interventi per la ricerca o la scuola".
Da questi interventi, spiega ancora Fioramonti, è possibile recuperare 2,5 miliardi di euro. L'intento sarebbe quello di poter dirigerli verso un aumento di stipendio per i professori.
Il politico del Movimento ha idee chiare su ciò che non vuole, come le "classi pollaio": "I miei figli vanno a scuola in Germania e lì sono 21 in classe". Ma anche relativamente all'autonomia differenziata: "La scuola è un bene nazionale: dunque no a prof regionalizzati. Altro è se le regioni vogliono invogliare gli insegnanti con affitti facilitati, buoni pasto o altri benefit aggiuntivi".
Un accademico al ministero dell'Istruzione
Lorenzo Fioramonti - 42 enne romano - si laurea in Storia del pensiero politico ed economico moderno alla facoltà di Filosofia dell’Università Tor Vergata. Poi prosegue la carriera accademica con un dottorato in Scienze Politiche all’Università di Siena e diventa professore ordinario di Economia politica all’Università di Pretoria ma anche direttore del Centro per lo studio dell’innovazione Governance (GovInn) dello stesso ateneo.
Dal 1997 al 2000 è assistente parlamentare e collabora con Antonio Di Pietro alle politiche per i giovani delle periferie. Sposato e con due figli, nel gennaio 2018 si candida con il Movimento 5 Stelle e alle politiche di marzo 2018 viene eletto nel collegio uninominale di Roma - Torre Angela con il 36,65% dei voti.
A giugno riceve la nomina di sottosegretario presso il Ministero dell’istruzione, dell’università e della ricerca nel Governo Conte e a settembre 2018 il Consiglio dei ministri lo nomina vice ministro all’Istruzione. Fino a diventare Ministro nel governo ConteBis.