“Per l’autonomia si sono espressi gli imprenditori, il mondo produttivo, le cooperative, la gente. Non si può più considerare questa questione come una cosa della Lega. Non c’è solo la Lega che chiede l’autonomia. La chiede la società nel suo insieme. Bisognerebbe avere un po’ più di attenzione prima di liquidare questa cosa come una partita solo del Nord”. Così il governatore lombardo Attilio Fontana in un’intervista su La Stampa, nella quale dice di essere “un po’ preoccupato” per il varo del nuovo governo.
Preoccupato perché Pd e M5S “son due partiti confusi al loro interno e contraddittori su tutto” e non c’è argomento “su cui sono d’accordo, a parte far fuori la Lega”. Però la sua preoccupazione maggiore restano sempre il futuro e le sorti dell’autonomia. Perché “il Pd è un partito centralista. Fin dalla Costituente, quando si chiamava ancora Pci. Nel ’46 c’era solo la Dc che voleva l’autonomia” mentre il M5S “ha cercato d’impostare il problema nel modo più inverecondo. Con interventi imbarazzanti hanno inventato una contrapposizione tra Nord e Sud che non esiste, costruita su una montagna di bugie” afferma il governatore della Lombardia.
“Siamo noi i portatori di coesione”, aggiunge Fontana. “Sono indignato dalla finta contrapposizione che si sono inventati tra ricchi e poveri, tra Nord e Sud. L’autonomia serve a far crescere il Paese tutto insieme”. Quanto al fatto che Di Maio abbia inserito l’autonomia nei 10 punti del programma mentre Conte invece non ne ha più parlato, Fontana sostiene che “non è che si possa bypassare la Costituzione” perché “non dare una risposta concreta e positiva alle richieste del popolo lombardo e veneto che si sono espressi con un referendum, è una cosa grave”. E promette: “Noi continuiamo la nostra battaglia” perché “la Lombardia ha bisogno di alcuni meccanismi che le permettono di crescere e che rischiamo di inceppare l’intero sistema”.
Tant’è che la richiesta di avere un Paese più moderno e funzionante “arriva da ogni parte”, “il futuro non è fatto per un Paese che dalla gara d’appalto all’inizio dei lavori, senza contare tutti i ricorsi possibili e immaginabili, impiega tre anni e mezzo. Il mondo va veloce” sottolinea.