Il Movimento 5 Stelle si affida di nuovo alla rete - e, dunque alla piattaforma Rousseau - per decidere se ratificare l'accordo che sembra quasi chiuso con il Pd, ma l'assemblea dei deputati e dei senatori, che si è riunita ieri sera, senza il capo politico Luigi Di Maio e i due presidenti dei gruppi - apprende l'Agi da fonti in Parlamento - insorge sui tempi, giudicati sbagliati, ed applaude chi mostra perplessità.
Il problema non è dare la parola alla rete, visto che questo è uno dei principi fondanti del Movimento, ma la tempistica. Siamo sempre e saremo sempre favorevoli a mettere ai voti le nostre decisioni, afferma una voce qualificata, ma in questa situazione, dopo il mandato pieno dato ai capigruppo di trattare con il Pd, le consultazioni in corso al Quirinale, la prospettiva di un Paese che bisogna continuare a difendere con i nostri obiettivi da raggiungere, il tempo limitato per arrivare ad una soluzione, il rischio è che dalla rete non arrivi un voto ponderato, ma di pancia.
Può essere un sì o un no, ma bisognava deciderlo prima di avviare la trattativa. Conte per altro si sarebbe fatto interprete, riferiscono ancora fonti parlamentari, dei dubbi di tutti coloro che ritengono un voto a ridosso delle decisioni del Colle circa un eventuale incarico al nuovo premier possa essere vissuto come una possibile interferenza con quanto il capo dello Stato stabilirà. Secondo quanto si apprende uno degli interventi più applauditi ieri sera è stato quello del questore della Camera, Federico D'Inca' - riconosciuto da tutti persona che rappresenta lo spirito del Movimento - che ha sollevato in modo critico la questione del timing.
In una nota il M5s ha definito una "fake news" la notizia secondo cui ci sarebbe una rivolta degli eletti circa il voto su Rosseau, 'rivolta' che sarebbe circoscritta all'opinione "di 4 o 5 persone".