Un Presidente 'notaio', che lancia un richiamo alla responsabilità e chiede tempi brevi per scelte di alto profilo. Durante le consultazioni avviate al Quirinale, Sergio Mattarella ha registrato l'orientamento dei diversi gruppi, senza schierarsi in questa crisi tra chi vuole un nuovo governo e chi invece vuole le elezioni.
Il suo compito, ha spiegato ai Presidenti delle Camere e ai Gruppi che ha incontrato, è quello di registrare la volontà del Parlamento. A tutti gli esponenti incontrati durante le consultazioni, hanno riferito, Mattarella ha ribadito la necessità di fare presto.
Innanzitutto perché di fronte a una qualsiasi eventuale emergenza è necessario che ci sia un Governo in carica con una unità di vedute e di intenti. E poi perché più tempo passa e più diventa concreto il rischio di andare all'esercizio provvisorio.
Per quanto riguarda la possibilità che si possa varare, nei brevi tempi richiesti, un Governo nuovo in Parlamento, Mattarella ha fatto presente come questo non dovrà essere unicamente un Governo contro le elezioni, ma un esecutivo saldo, con una maggioranza numerica evidente, una politica chiara con un programma di respiro per la legislatura.
Con questo spirito 'notarile' Mattarella ha ricevuto oggi i presidenti delle camere, ha sentito al telefono il presidente emerito Giorgio Napolitano e ha accolto i gruppi numericamente meno numerosi che, in maggioranza, gli hanno offerto la loro disponibilità a sostenere un eventuale esecutivo di legislatura. A tutti il Capo dello Stato ha rivolto un appello alla responsabilità: davanti a una crisi inusuale e fatta in un momento cruciale serve una scelta netta ma soprattutto tempi rapidi.
Giovedì il Capo dello Stato ascolterà i gruppi più numerosi e avrà finalmente davanti un quadro più chiaro di quello che ancora oggi rimbalzava dai palazzi della politica, fatto di fibrillazioni e tensioni, con le quotazioni di un accordo in ribasso in serata dopo una mattinata in cui era apparso possibile.
Il Presidente procede con i piedi di piombo e intende sentire dalla viva voce dei protagonisti le loro decisioni. Solo dopo trarrà le sue conclusioni.
A quel punto avrà davanti presumibilmente due vie: o la maggioranza dei gruppi (in termini di numeri parlamentari) si sarà espressa per le elezioni anticipate, oppure per il tentativo di dar vita a un nuovo governo per evitare la fine anticipata della legislatura.
Nel primo caso il presidente Mattarella non potrà che avviare l'iter di scioglimento delle Camere ma prima, e in tempi fulminei, incaricherà un premier di garanzia che in uno o due giorni formi un esecutivo, vada alle Camere con la certezza di non avere la fiducia e porti il Paese al voto. L'attuale governo, infatti, ha dato ieri prova di una tale litigiosità tra i suoi vertici che si ritiene opportuno mettere in campo un esecutivo elettorale di garanzia. In questo caso, ormai di fatto sfumata la data del 27 ottobre, le possibili elezioni non potrebbero svolgersi prima del 3-10 novembre.
Se invece giovedì sera il Presidente avrà registrato la presenza di una maggioranza a favore di un nuovo governo, su richiesta dei partiti, potrebbe concedere alcuni giorni, una settimana circa, per mettere in campo il nuovo esecutivo.
Mattarella in tempi non biblici, una manciata di giorni, ha chiarito di volere il nome del possibile premier e un accordo programmatico. Dunque, molto probabilmente la prossima settimana, i partiti della nuova maggioranza sarebbero richiamati al Colle per dare al presidente il nome del nuovo presidente del Consiglio, che verrebbe a quel punto incaricato e avrebbe a sua volta una manciata di giorni per individuare la squadra dei ministri e il programma. Altre strade, dal mandato esplorativo al governo del presidente, vengono del tutto escluse al Colle.
Il diario della giornata
Ore 19,35
Leu si era detta "indisponibile a soluzioni tampone, solo per evitare il voto anticipato" ma Federico Fornaro, capogruppo alla Camera, spiega di aver "confermato al Presidente della Repubblica la disponibilità a dare un contributo per verificare le condizioni per varare un governo politico che affronti le questioni importanti".Fornaro, parlando ai giornalisti dopo il colloquio con il Capo dello Stato, parla allora di "un governo politico di svolta che abbia ai primi punti lavoro, lotta a precarietà e disuguaglianze economiche".
"Chi ha di più - aggiunge a questo riguardo - deve dare di più. Serve una seria lotta a evasione fiscale e contrasto all'infiltrazione della criminalità organizzato nel tessuto economico sano". Altra questione "al primo posto, la difesa del sistema sanitario nazionale"
Ore 19,24
Parlano ciascuno con la propria voce, letteralmente e in senso figurato, e i sette rappresentanti del Misto alla Camera, dopo le consultazioni, si ritrovano nella posizione - variamente articolata - per la quale "non voteremo un qualsiasi governo". Unanime anche la fiducia e la stima nel lavoro del Presidente della Repubblica.
Ore 19,18
È il momento del Gruppo Misto della Camera. A parlare è Beatrice Lorenzin di Civica e popolare, che esprime "sgomento per una crisi" aperta ad agosto a poche settimane dal varo della manovra. "Portare il paese a elezioni subito è un'opzione irresponsabile, il Presidente Mattarella ha detto che c'è una chiamata alla responsabilità politica per il parlamento". Serve dunque non un governo purchessia ma un governo di legislatura e Civica e popolare è disponibile a sostenerlo ma "serve una quadra intorno a un programma condivisibile".
Ore 16,28
"Abbiamo esposto al presidente le nostre preoccupazioni su una precipitazione del Paese al voto, di preoccupazioni di natura democratica molto seria. Si rischierebbe, per molte forze politiche, di non potere neanche presentare le liste. Riteniamo questa idea di voto anticipato precipitoso pericolosa per il Paese". Così Loredana De Petris, per il Gruppo Misto del Senato, dopo il colloquio con Mattarella.
L'idea è "un governo non breve non di transizione", per costruire il quale occorre "buona volontà", ha detto De Petris, accompagnata da Emma Bonino di +Europa e Pietro Grasso di Liberi e Uguali. "I numeri sono quelli oggettivi: nel Misto del Senato ci sono 13 senatori, più i due senatori a vita Segre e Monti, a nome dei quali ovviamente non mi permetto di parlare". Dunque, dice De Petris, si tratta di "numeri abbastanza solidi, almeno 11 o 12". Dettaglio significativo quant'altri mai, visto che per il governo dimissionario la soglia di maggioranza era molto più esigua.
Ore 17,50
"Nessun problema ad un Conte bis con una maggioranza diversa, ovviamente" ha detto Julia Unterberger al termine del colloquio al Quirinale con Sergio Mattarella. La presidente del gruppo Autonomie del Senato spezza più di una lancia in favore di Giuseppe Conte per il suo stile "cosi' diverso da quello di altri politici italiani che vediamo anche su Twitter". "Ogni tanto abbiamo sensibilità diverse ma ora tutti siamo d'accordo sul fatto che sarebbe molto irresponsabile votare in autunno, quando si deve fare la legge di Bilancio, mandare una proposta in Europa e non andare in esercizio provvisorio".
Ore 17,28
Mattarella ha sentito al telefono il presidente emerito Giorgio Napolitano
Ore 17,11
È terminato il colloquio tra il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il presidente della Camera Roberto Fico,
Ore 16.41
Il presidente della Camera, Roberto Fico, è al Quirinale per le consultazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Ore 16.09
Con il primo giorno di consultazioni Sergio Mattarella avvia quel sondaggio delle intenzioni dei partiti che si è reso necessario dopo l'avvio della crisi di governo. Il suo, tanto più nel primo giro, sarà "un atteggiamento notarile", si apprende, visto che il Presidente registrerà numeri, proposte e maggioranze. Lungi da lui, quindi, l'intenzione di intervenire o spingere per la formazione di un nuovo governo o le elezioni anticipate. Oggi salgono al Colle i presidenti di Camera e Senato, poi i partiti a cominciare dai meno rappresentati in Parlamento. Domani i più numerosi. Solo domani si potranno quindi cominciare a trarre le prime conclusioni per capire quanto e come si dipanerà la crisi nata dalle dimissioni del governo Conte.
Ore 16.00
Il presidente del Senato, Elisabetta Alberti Casellati, è al Quirinale nell'ambito delle consultazioni del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la crisi di governo. Il colloquio è terminato alle 16.15
Ore 15.50
Durante la trasmissione di La7, Propaganda live, si ironizzò spesso sul cigolio degli antichi cardini e così Mattarella, nel rispondere alla richiesta di un'intervista da parte della trasmissione scrisse non senza ironia: "dimenticavo: farò riparare la porta della sala stampa". Un annuncio cui sono seguiti i fatti: quest'inverno i falegnami e gli ebanisti del Quirinale hanno ricostruito la porta che, liscia e senza intoppi, si aprirà da oggi sulla crisi.