“Certo è che Salvini fino a una settimana fa era l’uomo invincibile osannato da media e social: adesso rincorre Di Maio per elemosinare la pace”. È questa la fotografia del leader leghista, ministro e vicepremier, che Matteo Renzi scatta in un’intervista a Il Giornale su carta, in quella che lui stesso definisce “la crisi più pazza del mondo” e di come andrà a finire “non lo sa nessuno”.
Tuttavia, per l’ex premier ed ex segretario del Pd che sembrerebbe tornato temporaneamente a mischiare le carte della politica nostrana dopo la mossa dell’apertura ai 5Stelle per una possibile alleanza in un governo di legislatura, Salvini oggi è a un bivio e deve scegliere “se perdere la poltrona o la faccia” anche se afferma che se afferma che “la prima opzione potrebbe essere troppo dura per lui”. E nel tirare le somme di questi ultimi dieci giorni, Renzi dice che il suo omonimo leghista “ha sbagliato tutto, e chi sbaglia si dimette, se è persona d’onore”, ma lui non lo è perché “ha le terga inchiodate al Viminale” e “per dimettersi ci vuole dignità e lui non ne ha”.
Dopo il duro attacco personale al ministro dell’Interno, Renzi dice che la sua proposta non è quella di perorare un governo con i grillini, ma semmai di sostenere “la causa del rispetto delle istituzioni e del bene degli italiani, se mai” perché andare a votare a ottobre “fa aumentare l’Iva al 25% e innesca la recessione”. Perciò “serve un governo istituzionale, che metta in sicurezza l’Italia e con un ministro degli Interni degno di questo nome”.
Resta però da chiarire un punto: come ci si può sedere intorno a un tavolo o accanto a quegli stessi grillini che continuano a insultare il politico Renzi? L’ex premier dopo aver rilevato che neppure Berlusconi ha subito dai 5Stelle “il trattamento riservato a me”, spiega che ci sono momenti in cui bisogna saper porgere l’altra guancia, “in cui le questioni personali devono stare in secondo piano” e “se vuoi essere un uomo delle Istituzioni prima viene la voglia di dare una mano al Paese, poi quella di reagire agli insulti”. Anche se è chiaro che, precisa, “a livello personale mi mordo la lingua”.
Ma nel governo con i 5Stelle dovrebbe star dentro anche Forza Italia? Nella risposta Renzi sembra quasi allargare le braccia perché, risponde, “se devo basarmi sulle pessime parole della capogruppo Bernini in aula, Forza Italia è vittima della sindrome di Stoccolma verso Salvini”. E tuttavia, “anche se Fi si è tirata fuori dal governo istituzionale, convinta di poter avere qualche poltrona da un Capitano che non può garantirle neanche ai suoi – continua Renzi – devo riconoscere che in quanto a rispetto delle istituzioni tra Berlusconi e Salvini c’è un abisso” in quanto “di fronte alla sguaiata schizofrenia di Salvini, il Cavaliere è un rassicurante uomo delle istituzioni”. Tanto che solo ora si capisce, incalza Renzi, che “il ‘Capitano’ era solo una costruzione mediatica di chi (dalla Rai a Mediaset a La7) gli ha consentito per anni di fare comizi senza contraddittorio”.
Ma nelle rivalutazioni Renzi si ferma e non va oltre. Non rivaluta certo il premier Conte “che prima firmava i decreti Salvini e adesso firma le letterine” per poi domandarsi: “Era Conte o esiste un suo sosia”. Tuttavia Renzi deve riconoscere che ciò detto, sulla Open Arms Conte “ha fatto bene2, “tardi, ma bene” chiosa poi. “La questione migratoria si affronta lavorando in e con l’Africa, non certo facendo gli show con tre barconi di disperati” aggiunge ancora.
Ma sul piano interno resta tuttavia un’incognita alla fine di questa operazione di recupero dei 5 Stelle: che alleandosi con loro, un Pd dall’identità così fragile possa subire la loro egemonia culturale. Renzi ammette il rischio, ma si chiede anche: “Sarà la sinistra a costituzionalizzare M5s o M5s a grillizzare la sinistra?” Per il momento la risposta rimanda a quella del filosofo Catalano della compagnia di Arbore: “Ahh… saperlo…”. Ma lo sapremo solo vivendo, sembra dire l’ex premier che non si nasconde però che dal giorno dopo l’accordo ”la questione nel Pd sarà questa”.