Alla vigilia della crisi di governo che potrebbe essere sancita il prossimo venti agosto - giorno in cui l'Aula del Senato è chiamata ad ascoltare le comunicazioni del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte - resta aperta la riflessione nel Movimento 5 Stelle sui passaggi e sulle scelte da compiere.
Il 19 agosto, vigilia del voto a palazzo Madama, ci sarà, con ogni probabilità, un'assemblea congiunta dei gruppi parlamentari con Luigi Di Maio, per fare il punto. Secondo quanto si apprende, una larghissima parte dei parlamentari a 5 Stelle sarebbe favorevole ad aprire sull'eventualità di un governo di scopo con il Pd. Il Pd di Zingaretti, non solo quello quello di Renzi, si fa notare, e si conterebbe sulla moral suasion del capo dello Stato.
"Nessun attaccamento alle poltrone"
Ma Di Maio, si apprende, ancora, procederebbe con i piedi di piombo. Secondo quanto riferito e ribadito, in M5s "non c'è alcun attaccamento alle poltrone", ma la volontà di portare avanti le battaglie del Movimento, a partire da quelle ambientali. Un'altra riflessione svolta, viene sottolineato è: 'non possiamo lasciare il paese a Salvini'. In ogni caso di Renzi non ci si fiderebbe, è con Zingaretti che si potrebbe semmai, aprire uno spiraglio.
Ma sono ancora tutte ipotesi e niente è deciso. M5s e Lega, in ogni caso, si dicono pronte ad andare al voto, ma la decisione, rilanciano la palla i Cinquestelle, "spetta solo a Mattarella" e si guarda anche alle determinazioni che prenderà il premier Conte, che, secondo fonti parlamentari starebbe ancora valutando se salire al Quirinale prima del voto sulle risoluzioni con cui si dovrà concludere il dibattito sulle sue comunicazioni o se, come successe nel precedente del primo e del secondo governo Prodi (che chiese la fiducia sulle sue comunicazioni), attenderà l'esito del voto.