Matteo Salvini prova a uscire dall'angolo, spiazza tutti e rilancia offrendo la sua disponibilità al M5s ad approvare subito la legge sul taglio dei parlamentari, condizione posta nei giorni scorsi da Luigi Di Maio, e subito colta da Matteo Renzi, che la propone come base di un governo 'istituzionale'. Il capo leghista poi chiede di andare immediatamente al voto anticipato, minacciando l'ormai ex alleato che, se darà comunque la sua disponibilità a fare il governo con Renzi, li "riempirò di manifesti da Urano a Marte".
Nel giorno in cui al Senato si aggrega una nuova maggioranza attorno al voto che dà il via libera alla calendarizzazione delle comunicazioni di Giuseppe Conte tra una settimana - respinta la proposta di discutere oggi la mozione di sfiducia al premier presentata dalla Lega -, il capo di via Bellerio riesce in parte a oscurare la sconfitta politica di giornata. Mentre si attendeva l'annuncio del ritiro della delegazione dei ministri leghisti dal governo, Salvini arriva in Senato poco dopo le 17:30, parla brevemente con il ministro Giulia Bongiorno poi annuncia alla stampa che interverrà in aula. Il ministro dell'Interno appare di buon umore, tanto che scherza coi cronisti sulla lunghezza della conferenza stampa di Matteo Renzi, appena terminata. "Siete sopravvissuti al diluvio?", dice. "Io dirò cose più interessanti", annuncia poi ai sostenitori sui social.
Durante l'intervento, Salvini è interrotto più volte dalle proteste dell'opposizione e da un battibecco con il capogruppo Pd Andrea Marcucci sui tempi del suo discorso e su chi è più "abbronzato". Poi l'annuncio che spiazza tutti. "Sono arrivate alcune proposte, le raccolgo", scandisce Salvini, "ho sentito l'amico e collega Luigi Di Maio più di una volta ribadire in questi giorni 'Votiamo il taglio di 345 parlamentari parlamentari e poi andiamo subito al voto'. Prendo e rilancio: tagliamo i parlamentari la prossima settimana e poi andiamo subito al voto".
Si può votare a ottobre o no?
Il ministro dell'Interno spiegherà in seguito ai cronisti che, a suo giudizio, è comunque possibile andare a votare ad ottobre, anche con l'approvazione della riforma, contrariamente a quanto si è creduto fino a quel momento. Salvini cita l'articolo 4 del ddl costituzionale a riguardo. "Una volta approvata la riforma, viene pubblicata in Gazzetta ufficiale e devono trascorrere, in base all'articolo 138 della Costituzione, tre mesi per le eventuali richieste di referendum, in quanto la riforma non è stata approvata dai due terzi", spiega Roberto Calderoli, padre della 'Devolution' che rappresenterebbe un precedente. Se nessuno chiede lo svolgimento del referendum, dopo i tre mesi, prosegue nel ragionamento Calderoli, devono "trascorrere 10 giorni per la promulgazione e quindi 60 giorni per la ridefinizione dei collegi. E si arriverebbe a metà febbraio del 2020. Da quel momento in poi, si può andare a votare con la riduzione del taglio dei parlamentari e il nuovo Parlamento così ridefinito".
Se, invece, continua Calderoli, "c'è la richiesta di referendum, i tempi complessivi necessari, dal momento del via libera della Camera al referendum devono trascorrere 7 mesi e 10 giorni, e si arriva al 20 marzo, poi occorrono altri 10 giorni per la promulgazione , 60 giorni per la ridefinizione dei collegi e quindi si può andare a elezioni". "Ma nulla impedisce che si possa andare a votare prima che si avvii tutto l'iter, sarebbe incostituzionale una legge che impedisce di andare a votare", conclude.
Nessun ripensamento, l'obiettivo rimane il voto
In Transatlantico al Senato la mossa di Salvini viene accolta con incredulità. E qualcuno pensa addirittura che il capo leghista abbia cambiato idea sulla sopravvivenza del governo e deciso di fare un passo indietro. Tanto che poi è costretto a precisare in una nota: "Sto ricevendo centinaia di messaggi di incoraggiamento sulla linea decisa oggi, sul taglio dei parlamentari ed elezioni il prima possibile per il bene del Paese e ne sono felice. Nel pieno rispetto delle prerogative del Quirinale conto che gli italiani possano eleggere il nuovo Parlamento che dia vita a un governo in grado di far ripartire il Paese".
Nella Lega si nega che vi siano manovre strane o ripensamenti. "L'obiettivo rimane il voto prima possibile", si precisa, "Matteo è stato costretto a fare questa mossa. La verità è che non aveva scelta. Non poteva reggere una eventuale campagna elettorale con questa campagna contro".
Sul fronte delle future alleanze, ieri è stata la giornata dal mancato incontro con Silvio Berlusconi. Salvini ha trascorso al Viminale tutta la giornata, prima di arrivare al Senato, malgrado a Palazzo Grazioli si attendesse una sua visita. Ogni incontro con gli ex alleati di centrodestra, non solo Forza Italia ma anche Fratelli d'Italia (Giorgia Meloni si trova all'estero), è quindi rinviata ai prossimi giorni. Oggi Salvini sarà tutto il giorno a Genova, giovedì in Campania, venerdì in Toscana. Il rinvio sarebbe stato dettato dalle contingenze del voto al Senato ma non è da escludere che in casa Lega non si siano apprezzate le indiscrezioni di stampa in merito a richieste di "patti davanti al notaio" che sarebbero state avanzate da alcuni esponenti di FI.