ieri, all'assemblea di gruppo del Movimento 5 stelle, alcuni 'big' come Di Stefano, Buffagni e Taverna si sono espressi in maniera contraria sulla possibilità di un governo Pd-M5s. A partire da un dialogo con Renzi. Mentre Di Maio attende l'evolversi della situazione. L'unico suo obiettivo al momento è quello di portare avanti la battaglia sul taglio dei numeri parlamentari. Ma contatti tra i pentastellati e dem sono in corso, assicurano in entrambi gli schieramenti. Sguardo con vista fine legislatura, non solo per un esecutivo di transizione.
Zingaretti frena, ma l'ala del M5s che sta lavorando ad un'intesa punta proprio ad un dialogo con la segreteria del Pd, non con il senatore di Scandicci. Sulla base di un nuovo 'contratto' che oltre la legge di bilancio preveda anche le riforme costituzionali (con il taglio del numero dei parlamentari ma anche la legge elettorale).
Nella partita entrerebbe anche il 'dossier' sul commissario Ue e nomi nuovi per l'esecutivo. Dialogo che però potrebbe 'decollare' solo dopo il passaggio dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Di sicuro il fronte del no alle urne è emerso anche nella conferenza dei capigruppo ed è la fotografia che verrà illustrata al Capo dello Stato. Il copione prevede che il presidente del Consiglio Giuseppe Conte faccia la sua relazione alle Camere per poi andare direttamente a dimettersi. Favorendo poi un nuovo scenario. Ma la Lega è pronta a salire sulle barricate. Con Salvini che ragionando con i suoi ha evocato la piazza e ha mobilitato parlamentari.
"Sarà campagna elettorale permanente", sottolineano i 'big' del partito di via Bellerio, convinti che comunque non ci siano i numeri alla Camera e al Senato per far partire un esecutivo di transizione. "Al massimo in ogni caso potrebbe durare un anno. Voglio vedere chi si avventura...", dice un dirigente 'ex lumbard'.
Intanto occorre vedere cosa farà Zingaretti. Il 20 ci dovrebbe essere una direzione del Pd, ma chi spinge per un governo di garanzia rimarca come il Capo dello Stato debba per forza fare un tentativo per vedere se c'è una nuova maggioranza. E potrebbe essere proprio il colloquio tra la prima carica dello Stato e il segretario dem a sbrogliare la matassa.
Leu ha già fatto sapere di essere disponibile, mentre il confronto nel Movimento 5 stelle è in corso. C'è chi parla della necessità di evitare un "bacio della morte" con il Pd. Nessuna linea ufficiale, ma al momento prevale il 'partito del 'non voto'. "Dobbiamo sfruttare la situazione - rimarca un 'big' pentastellato -. In questo momento la narrazione è di un Salvini in fuga mentre noi pensiamo al Paese".
Anche Berlusconi nei suoi ragionamenti osserva con preoccupazione la situazione economica. Forza Italia non si fida del vicepremier della Lega ma un accordo blindato tra il Cavaliere e il segretario del partito di via Bellerio complicherebbe i piani di chi, invece, nel partito azzurro valuta un eventuale appoggio ad un esecutivo di transizione.
Sarebbero almeno una trentina i parlamentari azzurri che guardano ad una prospettiva del genere. Ma al momento il centrodestra 'regge'. "La Lega insieme a Forza Italia e a Fratelli d'Italia ha chiesto di votare la sfiducia a Conte mercoledì dopo Genova", ha riferito De Petris. Pd, M5s, gruppo Misto e Autonomie hanno insistito affinché l'Aula di palazzo Madama si riunisca il 20 agosto.
Niente unanimità in Capigruppo e ora la palla passa all'Assemblea, che domani deciderà il calendario definitivo a maggioranza. M5s e Pd lavorando per "un Conte bis o un nuovo governo", l'accusa nel centrodestra. "Oggi - osserva un dirigente di FI - è nata una nuova maggioranza...". "Bisogna andare a votare subito. Anche per impedire l'aumento dell'Iva", insistono nella Lega.