"Gianluca Savoini non riveste e non ha rivestito alcun incarico come consulente" a membri del governo. È quanto ha affermato il residente del Consiglio Giuseppe Conte, nell'informativa al Senato sui presunti finanziamenti russi alla Lega.
"Ciascuna forza politica è libera di coltivare rapporti. Mi sono sempre adoperato affinché gli interessi di parte fossero vagliati al filtro degli interessi nazionali. Su questo sono esigente". Sulla Russia, ha tenuto a precisare Conte, "la nostra linea è sempre stata coerente, non ci sono elementi che mi facciano dubitare circa un indebito scostamento di uno o più membri del governo dalle linee stabilite. Mai alcuna forza del governo avrebbe potuto avere la possibilità di intrattenere rapporti di parte con altri Paesi".
"La politica internazionale è stata affidata a circa 40 missioni che io stesso ho effettuato all'estero a plurimi incontri con personalità straniere e a plurime missioni del ministro degli Esteri Moavero", ha sottolineato il premier.
"La mia costante presenza all'estero e ai fori internazionali ha consentito di mettere a punto anche sul fronte internazionale la sintesi necessaria per una linea coerente", ha detto ancora.
Allo stato non vi sono elementi tali che possa incrinare la fiducia che nutro in componenti del governo" ha aggiunto Conte. "Queste sono le informazioni che ho reperito" come presidenza del Consiglio, "non ho ricevuto informazioni dal ministro competente" ha tenuto a precisare "Allo stato non vi sono elementi tali che possa incrinare la fiducia che nutro in componenti del governo".
"Mi adopererò perché tutti i miei ministri vigilino con massimo rigore affinché negli incontri governativi a livello bilaterale siano presente solo ed esclusivamente persone accreditate ufficialmente che siano tenute al vincoli della riservatezza" ha Conte "È fondamentale che gli incontri e le informazioni di governo siano gestiti e veicolati con la massima cura e il pieno riserbo".
Nell'informativa, Conte ha confermato la presenza di Savoini - indagato per corruzione internazionale - nelle due missioni a Mosca di Matteo Salvini a metà luglio e metà ottobre 2018. Il presidente del Consiglio ha poi confermato anche che Savoini ha partecipato alla cena in onore del Presidente russo, Vladimir Putin, a inizio mese, a Villa Madama, in qualità di partecipante al Forum italo-russo che si era tenuto alla Farnesina e su richiesta esplicita formulata dal consigliere di Salvini, Claudio D'Amico.
"Salvini è stato presente a Mosca il 15 luglio 2018 per la finale del Mondiale di calcio e il 16 luglio 2018 per l'incontro con le controparti russe. In quella occasione fu notificata alle controparti russe dalla nostra ambasciata la composizione della delegazione italiana su indicazione del Protocollo del ministero dell'Interno: e la delegazione ufficiale comprendeva anche il nominativo del signor Savoini".
Il presidente dell'associazione Lombardia-Russia, ha poi aggiunto il premier, era "presente a Mosca il 16 e il 17 ottobre in occasione visita Matteo Salvini". "Savoini è stato invitato anche alla cena che la presidenza del Consiglio ha offerto al Presidente russo Putin: al forum del pomeriggio alla Farnesina Savoini ha partecipato sui richiesta del signor Claudio D'Amico, consigliere del viceministro Salvini, e i miei funzionari non hanno ritenuto di questionare sull'invito in quanto Savoini risulta essere presidente dell'associazione culturale Lombardia-Russia: la presenza al Forum ha comportato l'automatico invito alla cena", ha poi ricostruito.
Vuoti i banchi M5s. Dal Pd mozione di sfiducia contro Salvini
Banchi quasi vuoti quelli riservati al Movimento 5 stelle. "Ribadiamo il nostro rispetto per il presidente Conte, ma oggi non era lui a doversi presentare nell'Aula del Senato per rispondere all'informativa sul caso Russia-Lega" si legge in una nota di M5s che spiega' le ragioni per cui i senatori del Movimento non erano in Aula. Non c'è solo il dissenso sulla Tav ad aver provocato la protesta dei senatori M5s.
In molti hanno abbandonato l'Aula di palazzo Madama proprio nel momento in cui ha preso la parola il premier Conte. "Non dovevamo esserci noi in Aula ma la Lega. Non doveva esserci Conte ma Salvini", spiega un senatore del Movimento 5 stelle. Sulla stessa lunghezza d'onda un altro senatore: "E' la Lega che deve fare chiarezza, non Conte".
Il Partito democratico presenterà una mozione di sfiducia individuale nei confronti di Matteo Salvini, ha infine annunciato nell'Aula del Senato il capogruppo dem, Andrea Marcucci, al termine dell'informativa del presidente del Consiglio.