Via libera sul filo del Parlamento europeo alla nomina di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea. Von der Leyen ha ottenuto infatti 383 voti favorevoli, mentre 327 sono stati i voti contrari. Gli astenuti sono stati 22, una la scheda nulla.
Ministro della Difesa tedesco dal dicembre 2013 nonché esponente di punta della Cdu, Ursula von der Leyen è stata considerata a lungo una delle principali candidate al titolo di 'delfina' della cancelliera Angela Merkel. Nata Albrecht, cresciuta fino al 1971 proprio a Bruxelles, Ursula dal punto di vista politico è una "figlia d'arte": suo padre, Ernst, è stato a lungo presidente del Land della Bassa Sassonia.
Sposata con il medico e imprenditore Heiko von der Leyen, la donna oggi chiamata in causa nella corsa alla guida della Commissione Ue è madre di ben sette figli, nati tra il 1987 e il 1999.
La sua carriera politica inizia negli anni '90, quando si iscrive alla Cdu: von der Leyen ricopre vari incarichi a livello locale finché non viene nominata, nel 2003, ministra per gli Affari sociali, la famiglia e la salute in Bassa Sassonia. Eletta nel 2004 membro della presidenza dell'Unione cristiano-democratica, fa il salto sulla scena nazionale, tanto da venire rapidamente scelta da Merkel come ministra per la Famiglia dal 2005 al 2009, per passare dal 2009 al 2013 alla guida del dicastero del Lavoro e gli Affari sociali.
Il passaggio al ministero della Difesa - prima donna a ricoprire tale ufficio nella storia della Germania - avviene con il governo Merkel III. Due anni fa è stata al centro di uno scontro frontale con i vertici militari tedeschi dopo che era scoppiato uno scandalo sulla presenza di militari filonazisti nella Bundeswehr, avendo von der Leyen accusato i generali di "debolezza di conduzione" dell'esercito. La ministra rispose alle critiche annunciando una grande riforma delle forze armate e chiedendo piu' investimenti a favore della difesa. Di quest'anno, invece, una polemica sui consulenti del ministero della Difesa.
La reazione, durissima, della Lega non si è fatta attendere: "È gravissimo il voto europeo: von der Leyen passa grazie all'asse Merkel, Macron, Renzi, 5 stelle. Avrebbe potuto essere una svolta storica: la Lega è stata coerente con le posizioni espresse finora, ha tenuto fede al patto con gli elettori e difende l'interesse nazionale".