Ursula von der Leyen è un presidente "debole", sostenuto da una coalizione che ha al suo interno contraddizioni con le quali dovrà fare ui conti, prima tra tutte l'essere stata "sostenuta da un movimento percepito come euroscettico e anti-establishment come i Cinque Stelle". E proprio il voto del M5s potrebbe essere il segnale che il vincitore, anche in questa partita, è Matteo Salvini.
E' l'analisi del voto che ha portato all'elezione del ministro della Difesa tedesco alla presidenza della Commissione Ue fatta da Lorenzo Castellani, ricercatore della Luiss.
"Da questo voto" dice all'Agi, "emergono due questioni fondamentali: la prima è che la maggioranza europeista è, come si pensava, molto più risicata rispetto di quanto non fosse la scorsa legislatura e di quanto si pensasse dopo le elezioni Europee. Una parte del Psoe si è sfilato dall’appoggio alla maggioranza e c’è di fatto uno spostamento a destra". Per Castellani Von Der Leyen "resta un presidente molto debole e di fatto il M5s ha colmato i movimenti mancanti".
Il secondo punto, secondo il ricercatore, è la "rottura della dicotomia tra europeisti ed euroscettici". "E questo" spiega, "perché forze tradizionalmente europeiste come verdi e socialisti si trovano all’opposizione e forze euroscettiche come il partito dell'ungherese Orban o i polacchi di Giustizia e Libertà o lo stesso M5s hanno sostenuto la candidatura di von der Leyen".
Così si legge in una nota del partito di via Bellerio
Sul fronte italiano, aggiunge Castellani, è da notare che Salvini resta all’opposizione mentre i grillini entrano nella maggioranza. Bisognerà capire se M5s, votando per la von der Leyen, ha negoziato un commissario pesante per l'Italia, ossia per la Lega. In questo caso Salvini sarebbe ancora una volta il vincitore".