Nel giorno del suo arrivo in Italia il Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin si fa precedere da una lunga intervista che appare oggi sul Corriere della Sera (“Io, Trump e Salvini”) in cui si dice pronto “a riannodare il filo strategico con l’America” e anche da un intervento di suo pugno, pubblicato su La Stampa, con il titolo “I sovranisti guideranno l’Economia”.
A domande scritte, risposte scritte. Nel colloquio con il quotidiano di via Solferino il leader russo mostra tutto il proprio desiderio di rientrare in Europa attraverso un’interlocuzione privilegiata con Roma. Obiettivo primario: ridurre le sanzioni. “Il primo passo lo deve fare chi le ha promosse, ossia l’Unione europea. Allora la Russia potrà cancellare le misure di risposta adottate. Contiamo che alla fine il buon senso prevarrà, che l’Europa si lascerà guidare anzitutto dai propri interessi e non da suggerimenti altrui. E noi potremo sviluppare per il reciproco beneficio una collaborazione a tutto campo mirata al futuro” dice Putin.
Un altro tema affrontato, riguarda la corsa agli armamenti e il “sistema di controllo” sugli stessi. A tal proposito, il leader russo dice: “Confrontate quanto spende perla difesa la Russia — circa 48 miliardi di dollari — e quello che è il bilancio militare degli Usa, oltre 700 miliardi di dollari. Dov’è allora in realtà la corsa agli armamenti? Noi non abbiamo intenzione di lasciarci coinvolgere in una simile corsa, ma abbiamo l’obbligo di garantire anche la nostra sicurezza. Proprio per questo siamo stati costretti ad arrivare alla progettazione di mezzi e armamenti modernissimi, rispondendo all’aumento delle spese militari e agli atti palesemente deleteri degli Usa. (…) Penso che il raggiungimento di intese concrete nel campo del controllo sugli armamenti contribuirebbe ad un rafforzamento della stabilità internazionale. La Russia ha la volontà politica per tale lavoro. Ora spetta agli Usa. Di ciò ho parlato con il presidente Trump nel corso del recente incontro a margine del summit del G20 in Giappone” aggiunge.
Poi Putin affronta il tema delle interferenze nelle elezioni americane definendo “l’accusa alla Russia il colmo dell’assurdo” e anche “un buco nell’acqua come tutto ciò sia andato a finire”. Mentre sul rapporto con l’Italia e la Lega di Salvini, Putin dice che “i contatti con i partiti politici degli Stati stranieri si mantengono di regola su base inter-partitica” e che “la Lega italiana e la nostra Russia Unita collaborano nell’ambito di un accordo di cooperazione” anche perché “la Lega e il suo leader Salvini sono attivi sostenitori di un ripristino della piena cooperazione tra Italia e Russia; si pronunciano per una più rapida abolizione delle sanzioni anti-russe introdotte dagli Usa e dall’Ue”. Punti di vista che in questo caso coincidono. Poi un giudizio su Berlusconi, ritenuto da Putin “un politico di statura mondiale, un vero leader che propugna fermamente gli interessi del suo Paese nell’arena internazionale”.
Nell’intervento sul quotidiano torinese, invece il leader russo afferma che la “globalizzazione è in ritirata” e chiede più rispetto “per le sovranità nazionali”. Due, quindi, i possibili scenari a suo avviso: “Il primo è la rinascita del modello universalistico della globalizzazione, la sua trasformazione in parodia, in una caricatura di sé stesso, nell’ambito del quale le regole internazionali comuni verranno sostituite da leggi, meccanismi amministrativi e giudiziari di un Paese o di un gruppo di Paesi influenti, come fanno oggi, lo constato con dispiacere, gli Stati Uniti, estendendo la loro giurisdizione a tutto il mondo”.
Mentre il secondo scenario “è quello della frammentazione dello spazio economico globale attraverso una politica di egoismo economico illimitato e la sua imposizione forzata. Ma questa è la strada per accendere conflitti senza sbocco, per guerre commerciali, forse non solo commerciali, in senso figurato, per battaglie senza regole: tutti contro tutti”.
E per evitare i conflitti e “mettere a punto un modello di sviluppo più sostenibile” Putin consiglia “nuovi accordi, che non siano solo dettagliati chiaramente, ma che siano, prima di ogni cosa, rispettati da tutti”.