Il presidente del Consiglio 'c'est moi'. Giuseppe Conte approfitta della conferenza stampa sull'approvazione del decreto Sicurezza bis e, con al fianco Matteo Salvini, tiene ribadire i termini del suo incarico e ruolo. "Io sono il presidente del Consiglio dei ministri, che delega devo avere? Per trattare in Europa?", risponde il premier a chi gli chiede se ha la 'delega' due vice premier, Salvini e Luigi Di Maio, a portare avanti il confronto con la commissione europea che potrebbe aprire una procedura di infrazione per deficit eccessivo.
"La delega politica penso ci sia sempre, perché, se non ci fosse la delega politica, sarebbe sfiducia nei confronti dell'operato del Consiglio dei ministri", continua a scandire Conte. "E mi sembra che nessuno abbia mai messo in discussione la fiducia nell'operato del Consiglio dei ministri. A meno che .... qui c'è il vicepresidente Salvini...", aggiunge l'avvocato 'prestato' alla politica, mentre il vicepremier, seduto alla sua sinistra, sorride vistosamente, ma non proferisce parola.
"Non c'è assolutamente alcun problema di delega", insiste il premier. All'indomani del primo vertice a tre dopo il voto europeo, Conte tenta di smentire le indiscrezioni di stampa secondo cui l'incontro avrebbe rinsaldato l'asse Salvini-Di Maio in qualche modo mettendolo nell'angolo e bocciando la linea dialogante con le istituzioni europee.
"Mi vogliono dettare l'agenda? No, non è stato questo l'atteggiamento, né questo il clima. Nessuno mi vuole mettere in un angolo, sono lo stesso che a dicembre ha evitato la procedura di infrazione al Paese salvaguardando le misure di protezione sociale, quota 100 e reddito di cittadinanza. Non ho cambiato filosofia", aveva anticipato Conte, parlando in mattinata, a margine dell'assemblea di Assonime a proposito della riunione di ieri sera con Di Maio e Salvini.
Nell'esecutivo "c'è, anzi, piena condivisione" anche sulla necessità di evitare la procedura di infrazione "che sarebbe un danno per il Paese che ci esporrebbe a una fibrillazione dei mercati che rischia di non essere controllata". Ma da Bruxelles l'avvertimento del presidente della Commissione Ue, Jean Claude Juncker, è netto.
"L'Italia sta sbagliando direzione, rischia la procedura per anni", sostiene Juncker. E qui Conte risponde per le rime, "all'amico Juncker", di cui dice di aver apprezzato la "lealtà" dimostrata nel corso della difficile trattativa che ha portato all'approvazione della manovra a fine anno. "Quando dice che sbagliamo direzione, posso dire all'amico che ha sbagliato anche lui la direzione con la Grecia", scandisce. Quindi, "prima di far ammettere un torto ci faccia spiegare".
Il premier poi annuncia il suo orientamento è quello di lavorare "da subito" alla prossima manovra e che domani, anche in vista delle possibile procedura di infrazione, ci sarà un altro vertice con i due vice premier. Ma e' di nuovo Salvini, al suo fianco a dare le carte: è "fondamentale - detta, precisando di parlare "a nome della Lega e del governo" - che vi sia la flat tax e un pesante taglio delle tasse nella prossima manovra".
"Siamo fiduciosi" che la procedura non ci sarà, prevede il ministro dell'Interno. Appuntamento domani alle 9, a Palazzo Chigi, quindi, per un altro confronto sui temi economici, con anche il ministro dell'Economia Giovanni Tria e i tecnici del Mef. Intanto, il ministro dell'Interno 'incassa' il decreto sicurezza bis, di cui attendeva l'approvazione da prima del voto europeo.
E la Lega ritira tutti gli emendamenti presentati al testo base sul salario minimo, targato M5s e da tempo 'fermo' in commissione al Senato proprio a causa della mancanza di un'intesa tra gli alleati di governo. Di Maio, dal canto suo, annuncia che inviera' "nei prossimi giorni una direttiva per incrementare i controlli" sui negozi di "cinesi e pachistani: una "misura che inciderà anche sulla sicurezza interna".