La Lega trionfa alle elezioni europee e diventa il primo partito in Italia, superando il 34%. Crolla invece il Movimento 5 stelle, che non va oltre il 17% e viene superato dal Pd al 23%. Ma, soprattutto, il partito di Matteo Salvini doppia il Movimento di Luigi Di Maio. Vengono così ribaltati gli equilibri interni al governo, finora a trazione pentastellata, mentre ora il timone passa nelle mani leghiste. E anche se il titolare del Viminale tiene subito a puntualizzare che non mira a nessuna crisi di governo, né a cambi di poltrone, rimpasti o addirittura un nuovo premier ("non è all'ordine del giorno", garantisce il capogruppo Riccardo Molinari), è altrettanto vero che Salvini si presenta in conferenza stampa in via Bellerio e elenca una sorta di programma, imponendone una "accelerazione".
Tra i punti, la priorita' è l'abbassamento delle tasse, quindi subito la flat tax, ma anche Autonomia, giustizia, sicurezza, Tav e grandi opere. Quanto all'Europa, nessuna lezione dai "professorini", mette in chiaro. Ma assieme a Orban e Le Pen, e agli altri alleati sovranisti, "lavoreremo per cambiarla", partendo dallo stop ai vincoli e al tetto del 3%.
Insomma, è l'agenda di Salvini, che ora detta la linea. E se il leader leghista decide di non sferrare il colpo e non lanciare l'affondo ai 5 stelle, usciti dal voto con le ossa rotte, certo è che mette subito in chiaro in che mani è ora il pallino: il nome del commissario Ue toccherà alla Lega e sui temi del programma è la linea della Lega che dovrà prevalere, spiega senza mezzi termini anche il capogruppo Molinari: "Gli italiani si aspettano che ora il pallino sarà in mano alla Lega e starà a Salvini decidere".
Salvini sceglie la linea soft con gli alleati fortemente ridimensionati dal voto: "I miei avversari sono Renzi, Zingaretti e Boschi del Pd, gli amici dei 5 stelle sono alleati, non sono e non saranno mai avversari", afferma. Quindi ribadisce lealtà: "Ho firmato un contratto che vale 5 anni e per quello che dipende dalla mia volontà durerà 5 anni".
Certo è che "chi ha consigliato a M5s la strategia di attacchi nei mei confronti e della Lega lo ha mal consigliato perché gli italiani chiedono fatti e non litigi. Ho conosciuto un Di Maio leale, coerente e fattivo e conto di ritrovarlo così".
Tacciono i 5 stelle, asserragliati ai piani alti di Montecitorio. Nessun commento, nessuna dichiarazione davanti alle telecamere. Le uniche parole che filtrano sono indiscrezioni e descrivono un Movimento scioccato dal voto, ma determinato a restare "ago della bilancia" del governo guidato da Giuseppe Conte. "Siamo stati penalizzati dall'astensione, soprattutto al Sud, ma ora testa bassa e lavorare, restiamo comunque l'ago della bilancia in questo governo e da qui in avanti più attenzione ai territori", è la linea dettata ai suoi da Di Maio.
Chi festeggia, invece, subito dopo Salvini è il Pd di Nicola Zingaretti. "Siamo molto soddisfatti, la scelta della lista unitaria si è rivelata vincente, soprattutto perché il bipolarismo è tornato a essere centrato sulla forza del Pd", commenta a caldo il leader dem. "Il governo paralizzato già prima del voto esce ancora più fragile per divisioni interne - osserva - Noi ora, con coerenza, useremo la forza che ci viene da questo risultato per andare avanti sui contenuti e costruire un piano per l'Italia, dobbiamo costruire una alternativa a Matteo Salvini che esce da queste elezione come leader di un governo immobile e pericoloso. Ci dobbiamo preparare a un voto politico, quando sarà il momento", conclude Zingaretti.
Esulta anche Giorgia Meloni, che sfonda la soglia di sbarramento (oltre il 6%) e entra in Parlamento europeo. La leader di FdI manda subito un messaggio chiaro a Salvini: lascia i 5 stelle e facciamo un governo sovranista. "C'è un'alternativa possibile, questo gli italiani hanno detto, Lega e FdI rappresentano una maggioranza alternativa", sostiene.
In bilico tra tenuta e batosta il risultato di Forza Italia, al di sotto del 9%. Silvio Berlusconi non commenta, ma una nota del partito azzurro manifesta ottimismo: "Forza Italia rimane centrale e determinante per la costituzione di di una maggioranza di centro destra alternativa al governo giallo-verde. Chi si illudeva deve ricredersi: in sole due settimane di campagna elettorale, il Presidente Berlusconi ha compiuto l'ennesimo miracolo".
Come per FdI, anche per Forza Italia si può dar vita a un nuovo governo: "L'oggettiva sconfitta dei Cinque stelle e il risultato della Lega confermano la possibilità e la necessità di costruire un'alternativa di centrodestra".