Un buon risultato in Italia e forse una redistribuzione degli equilibri interni all'esecutivo dopo il voto. Ma a Strasburgo i due azionisti di maggioranza del governo rischiano l'irrilevanza. Sia la Lega che il Movimento Cinque Stelle infatti, se saranno confermate le previsioni della vigilia, siederanno nelle fila di gruppi di minoranza, fuori dal blocco Popolari, Socialisti e Liberali (ed eventualmente Verdi) che costituira' l'asse delle istituzioni Ue dei prossimi cinque anni, e con poche possibilità di incidere sulle vere dinamiche politiche dell'Eurocamera.
Il partito di Matteo Salvini è unanimemente dato in crescita e dovrebbe portare a Strasburgo 26 o 27 deputati. Alla delegazione leghista si aggiunge quella della destra francese di Marine Le Pen, accreditata di un'altra ventina di parlamentari, mentre i tedeschi dell'Afd porterebbero in dote tra i 10 e i 12 seggi. Ma al di là di Lega, RN e Afd il risultato degli altri alleati al momento non sembra esaltante.
Se il dato che arriva dall'Olanda dovesse confermarsi, la destra xenofoba del Partito per la Libertà di Geert Wilders potrebbe non riuscire a eleggere nemmeno un deputato, mentre i belgi fiamminghi di Vlams Belang avrebbero un seggio. A fine aprile i sondaggi attribuivano un buon risultato agli austriaci dell'Fpo (5 deputati), ma lo scandalo Strache ha molto indebilito il partito della destra estrema a Vienna, che potrebbe scendere a 3 o 4 parlamentari. Altri cinque arriverebbero dal nord Europa (tre deputati dei Veri finlandesi, due dei danesi del Partito del popolo), sei-otto dagli spagnoli di Vox, uno dalla Repubblica Ceca, nessuno dalla Bulgaria.
A spanne insomma, il gruppo della destra sovranista inteso in senso stretto, che nella prossima legislatura si chiamerà Alleanza europea delle nazioni, sarebbe quindi numericamente il terzo o quarto gruppo dell'Eurocamera con circa 100-120 parlamentari ma decisamente minoritario rispetto all'alleanza probabile tra Popolari, Socialisti e Liberali (compreso Macron) che sono accreditati di circa 440 seggi. Con i Verdi la maggioranza europeista arriverebbe a sfiorare i 500 parlamentari. Se anche riuscisse l'operazione Farage annunciata oggi da Salvini, ovvero far confluire nel gruppo la consistente truppa dei deputati del Brexit Party in arrivo da Londra, si tratterebbe di una vittoria temporanea, considerato che da qui a pochi mesi i parlamentari inglesi dovranno fare le valigie e tornare nell'Isola ormai fuori dall'Unione.
Ma se la Lega comunque ha una 'famiglia' politica europea di riferimento, ancora più complicata e' la situazione dei Cinque Stelle. Luigi Di Maio ha ripetuto nel corso della campagna elettorale che i pentastellati avrebbero costituito un gruppo autonomo puntando a diventare l'ago della bilancia del prossimo Parlamento. Dati alla mano però, il M5S ad oggi non ha i numeri per formare un gruppo. Per farlo servono almeno 25 deputati di 7 diverse nazionalità, ma gli unici alleati che sulla base dei sondaggi porteranno dei parlamentari a Strasburgo al momento sono i croati di Zivi Zid (un seggio) e i polacchi di Kuzic 15 (tre seggi), mentre i greci del partito dell'Agricoltura e i finlandesi di Liike Nyt non eleggeranno nessuno.
Lo stesso vale per gli ultimi alleati annunciati da Di Maio nel suo tour polacco, gli estoni di Elurikkuse Erakond, che si sono presentati per la prima volta alle politiche nel loro paese a marzo scorso ottenendo una percentuale inferiore all'1% e che quasi certamente non avranno rappresentanti in Europa.
In ogni caso, se anche i Cinque Stelle dovessero arrivare a formare un gruppo si tratterebbe numericamente del settimo gruppo del Parlamento dietro a Ppe, Socialisti, Liberali, destra sovranista, Verdi e Sinistra. Fare l'ago della bilancia con un gruppo di minoranza e con meno di 40 deputati non sarà facile.