Le polemiche politiche non hanno risparmiato le cerimonie in memoria di Giovanni Falcone. A Palermo, accanto ai lenzuoli con gli slogan contro la mafia, ne sono comparsi alcuni contro Matteo Salvini e il sindaco Leoluca Orlando ha lasciato uno dei luoghi delle commemorazioni per non essere presente insieme al leader della Lega.
"Un siciliano che vota Lega è un siciliano che non conosce o non rispetta la propria storia. Un siciliano che vota Salvini è un siciliano senza dignità" si legge su uno dei manifestini nel centro di Palermo e che ricordano quelli di Addiopizzo che anni fa 'armarono' la resistenza contro il racket con la scritta: "Un intero popolo che paga il pizzo è un popolo senza dignità".
I manifestini sono apparsi tra piazza Verdi, la cattedrale e piazza Pretoria, mentre su alcuni lenzuoli appesi ai balconi, simbolo dal tempo delle stragi della resistenza contro la mafia, era scritto "Noi non ti vogliamo". Clamoroso il gesto di protesta di Leoluca Orlando che ha lasciato l'Aula Bunker prima dell'arrivo del ministro dell'Interno. "Ho accolto, com'era doveroso, il presidente della Camera Fico e il presidente del Consiglio Conte e adesso mi recherò in piazza Magione con i ragazzi di Palermo che celebrano il 23 di maggio per dire grazie a chi ha dato la vita per combattere la mafia" ha detto il sindaco di Palermo "Mi ero augurato che qualsiasi presenza istituzionale oggi a Palermo e all'Aula Bunker non si trasformasse in occasione per comizi pre-elettorali. Ho appreso che purtroppo non sarà così, col previsto intervento di chi solo tre giorni fa ha attaccato i magistrati siciliani. Il dovere di rispettare la memoria di quell'Aula, del Pool antimafia che vi realizzò il primo maxi processo, del Comune di Palermo che a quel processo per la prima volta si costituì parte civile; soprattutto il dovere del rispetto della memoria di chi si è battuto a costo della vita contro ogni violenza e violazione dei diritti e del diritto, quel dovere mi impone di non essere presente all'Aula Bunker purtroppo trasformata in piazza per comizi.
Lontano da Palermo, nella casupola nella quale si erano nascosti gli uomini he azionarono il telecomando che innescò l'esplosione, è stata organizzata quella che gli animatori non vogliono venga chiamata contromanifestazione, e che ha raccolto le adesioni di chi ha deciso di non prendere parte alla manifestazione dall'aula bunker con Conte e Salvini. Tra questi Claudio Fava, presidente dell'Antimafia regionale. "Se bisogna trasformare una giornata di memoria e di lotta in una platea applaudente al Grande Fratello se la facciano da soli, io sono stufo di messe cantate" ha detto, "Io penso che i nostri morti li confortino le parole dei vivi". Con lui anche il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti che ha detto di avere "molta paura della retorica della legalità, una parola che ci hanno rubato. E' diventata la grande bandiera che tutti sventolano, dimenticandoci che la legaltà è un mezzo per raggiungere la giustizia".
Pronta la risposta di Salvini. "I Fava e gli Orlando hanno sbagliato. Sono a Palermo con orgoglio e gioia e non a chiedere voti" ha detto, "E' una giornata di unità nazionale, che bello. Se qualcuno di sinistra non è venuto o se ne è andato perché c'era Salvini come ministro dell'Interno si è perso qualcosa. E' stata una bellissima giornata di speranza, di futuro, di giovani e di lotta a tutte le mafie".
Nel Giardino della memoria di Capaci, dove è andato a rendere l'omaggio alle vittime della strage di 27 anni fa, Salvini ha incontrato Tina Montinaro, vedova del caposcorta di Falcone, che lo ha accompagnato dinanzi i resti della Quarto Savona Quindici, l'auto investita in pieno dall'esplosione e a bordo della quale persero la vita tre agenti. "Penso che chi ha ucciso quelle persone abbia tolto la vita e abbia provocato un dolore immenso ai familiari, ma abbia svegliato il popolo italiano. Quel sacrificio è valso il risveglio di un popolo, nulla è stato più come prima" ha detto Salvini "I ragazzi che ho incontrato stamattina e che sono qua sono il segno che vinceremo. Che l'Italia vincerà contro la mafia, la camorra e la 'ndrangheta".
"Ogni giorno che il buon Dio manda in Terra prego per gli uomini delle scorte, che hanno nomi meno noti, che non sono ricordati, ma che hanno scelto un mestiere difficile" ha aggiunto "Oggi ci sono circa 2.200 poliziotti e finanzieri che rischiano la vita per proteggere persone a rischio, li ricordiamo e ringraziamo", ha aggiunto.