Un endorsement per Luigi Di Maio ma non per il Movimento 5 Stelle che "lo ha lasciato solo". Intervistato dall'AGI, Lino Banfi - attore comico di lungo corso oltre che ambasciatore Unicef dal 2001 e da un mese ufficialmente rappresentante dell'Italia nella commissione nazionale dell'Unesco (proprio su segnalazione del ministro dello Sviluppo economico) - dice la sua in vista delle elezioni europee del 26 maggio.
Banfi offre il suo personale supporto al capo politico M5s, non lesinando critiche però a chi nel Movimento pentastellato, Beppe Grillo in primis, lo avrebbe abbandonato al suo destino. Intanto assicura che alle prossime Europee andrà a votare: "Assolutamente sì, certo. È obbligatorio andare perché sono elezioni non facili, quasi come le politiche. Qui in Italia si sono messe insieme tante cose, si sono fatti contratti... e penso che dopo, il governo durerà ancora 4-5 anni. In qualunque modo andranno le Europee per i 5 stelle o per la Lega, questi due, Di Maio e Salvini, continueranno a governare insieme, almeno secondo me".
E anche se fa qualche osservazione critica nei confronti del Movimento 5 Stelle, non ha dubbi sul giovane leader politico Luigi Di Maio: "Se si vota l'uomo, io scelgo Di Maio. Il 'raghezzo', come dico io - aggiunge sorridendo storpiando le parole alla sua maniera - lo incoraggio volentieri. Gli amori vecchi affievoliscono e io amo lavorare con i giovani. Anche se non mi piace che nel Movimento lo abbiano lasciato solo".
Il comico pugliese fa nomi e cognomi: "Non sento più la voce di Beppe Grillo e Davide Casaleggio, che c’hanno il posteggio... E Fico? Dico/non dico… Di Battista, invece, farà il barista o come ha detto lui entra in qualche lista... Battute a parte – sostiene - non è carino che lo abbiano lasciato solo, dovevano restare compatti".
In passato, però, Banfi si è dichiarato elettore di centrodestra e ha detto di aver votato per il Movimento Sociale di Almirante: le sue simpatie politiche sono cambiate? "Io ho sempre votato l'uomo, anche in altri tempi. Ho aiutato anche Veltroni, mio grande amico, ma anche Berlusconi. Amo però lavorare con i giovani e oggi incoraggio volentieri Luigi Di Maio".
Ma per Banfi, 83 anni il prossimo 9 luglio, c’è adesso una nuova sfida da affrontare, quella di rappresentare l’Italia nella Commissione nazionale dell'Unesco. Nomina, annuncia all’AGI, ufficiale da un mese circa. L'annuncio del 22 gennaio scorso, fatto a sorpresa da Luigi Di Maio nel suo ruolo di ministro dello Sviluppo economico, era rimasto senza un seguito concreto per qualche mese. Ma oggi è l'attore comico in persona a raccontare di aver ricevuto l'effettiva comunicazione ufficiale.
"Un mesetto fa la nomina è arrivata, scritta, ufficiale. Tutto in regola. Quando poi decideranno di mettere insieme tutti questi membri della Commissione, ci faranno sapere e ci vedremo". Ma Banfi ha già incontrato il presidente della commissione, Franco Bernabè: "L'ho incontrato due volte: una persona simpaticissima, coltissima, preparata. Mi ha detto 'ci volevi tu per far capire cos'è l'Unesco...". Mentre, ricorda senza fare nomi e cercando di evitare polemiche, "addirittura un politico che" nei giorni della notizia, a gennaio, "sbagliò perché disse che ero un comico, come se fosse una cosa negativa... senza sapere che io sono da anni anche ambasciatore Unicef...".
Il riferimento è evidentemente al leader della Lega, Matteo Salvini, che commentò con ironia sui social scrivendo: "Di Maio ha annunciato Lino Banfi, ambasciatore dell'Italia all'Unesco. Va bene. E Jerry Calà, e Renato Pozzetto, e Umberto Smaila? Apriamo questo dibattito".
Il comico pugliese però guarda avanti e racconta di volersi mettere a disposizione per ciò che potrà servire. Tra le sue 'battaglie' già annunciate, c'è quella per la promozione di Canosa a patrimonio dell'Unesco. Banfi in realtà è nato ad Andria, ma dall'età di 3 anni ha vissuto nella piccola cittadina pugliese in provincia di Barletta-Andria-Trani e ripete che la questione non nasconde alcun campanilismo: "Non vorrei che la gente pensasse che fosse un interessamento 'pro domo sua' perché in realtà Canosa era stata segnalata all'Unesco anni fa, io devo rimettere insieme i pezzi. Sin da bambino la chiamavano la piccola Roma perché anche Canosa è fondata su 7 colli e ha tra le altre cose tombe greche, un museo stupendo con vasi stupendi che furono visitati anche dal principe di Montecarlo".
Banfi vive a Roma da anni ormai anche se proprio il suo dialetto pugliese, esasperato ad arte, ha fatto la sua fortuna. E quando può torna nella città dove è cresciuto: "A Canosa vive la mia vecchia sorella di 91 anni e io ogni tanto vado, anche per sentire il profumo delle verdure fresche, indispensabile per me, e così me le riporto a casa".
A Canosa andrà domani anche il ministro dei Beni culturali, Alberto Bonisoli, ma Banfi non potrà esserci: "Mi sarebbe piaciuto esserci ma devo fare un 'kecthup', come dico io" a intendere un check up di controllo. "Bonisoli l'ho incontrato una volta, una persona davvero gradevole", racconta. Poi lancia un 'monito' ai pugliesi: "Vorrei far capire ai miei concittadini, e questo lo dirò quando andrò, che noi dobbiamo fare di tutto per meritarci questa cosa, dobbiamo essere coesi tra di noi perché purtroppo in Puglia è radicato il 'nemo profeta in patria' e si è competitivi su tutto, dai taralli agli agriturismi. E invece dobbiamo fare come nel nord, avere maggiore solidarietà, per prepararci ad accogliere i turisti sempre nel migliore dei modi. Quando andrò a Canosa mi metterò a disposizione, cercherò di essere utile, di parlare con il sindaco...".
Ma non c'è solo la Puglia: "Adesso mi arrivano richieste anche per quelli del radicchio di Treviso o per il Prosecco. A questo punto io dico - conclude scherzando ma non troppo - che potremmo chiedere il riconoscimento anche dell'orecchietta". Perché il cuore e il palato battono comunque in terra pugliese.