Cambio di strategia? Intervistato da la Repubblica Luigi Di Maio, vicepremier, ministro e leader 5 Stelle si definisce “una persona moderata”. Eppure negli ultimi giorni con Matteo Salvini è lite su tutto, obietta il quotidiano. “Non si tratta di litigare”, aggiunge, ma “semplicemente quando l’asticella si sposta troppo come accadde a Verona, dove c’era gente che andava dicendo che la donna deve stare a casa a pulire, o quando vedo sui social il ministro dell’Interno che imbraccia un fucile, allora dico la mia”. Il titolo dell’intervista è più che esplicito: “I moderati siamo noi, la Lega la pianti con i fucili”.
È preoccupato, Di Maio, per questa escalation dei toni? “Non è nel mio stile” risponde ribadendo però un concetto: “C’è un po’ di nervosismo, bisogna abbassare i toni, evitare di soffiare sul fuoco. Ho fatto tante piazze e non ho mai avuto di questi problemi. Chi viene a protestare per delle vertenze, lo incontriamo sempre”.
E sul caso dei rom contestati e minacciati a Casal Bruciato, periferia di Roma: “Le minacce che ha ricevuto quella famiglia e la sindaca stessa sono inaccettabili. D’altro canto non bisogna sottovalutare, come ho detto prima, il livello di tensione sociale. C’è chi soffia sul fuoco”.
Dopo le europee riscoprirete la mitezza nei confronti della Lega?, chiede l’intervistatrice. Risposta di Di Maio: “Io sono sempre lo stesso, se la Lega torna su posizioni più moderate e la smette con fucili, armi e carri armati…”. Ecco, dunque, un Di Maio inedito, versione pompiere.
New style. Che getta acqua sul fuoco dove gli altri vi soffiano. I segnali ci sono, ormai da giorni. Dalla richiesta di abbassare i toni, alla difesa del Papa e del suo Elemosiniere intervenuto a riattaccare la luce agli occupanti del palazzo romano.
Tuttavia sarà una campagna elettorale “contro” questa, almeno nelle ultime due settimane. L’un contro l’altro armati. Lega vs M5S. E viceversa. Incrociando le lame. E anche in questo caso i segnali non mancano. Ieri il primo: “la maggioranza va sotto alla Camera” scrive il Corriere della Sera in un sottotitolo di pag. 4 della sua versione cartecea.
Con la bocciatura in commissione Difesa alla Camera della “richiesta di accantonamento dell’articolo 10 del provvedimento di libertà sindacale delle forze armate. Un tonfo eclatante: 25 a 13”. Il Messaggero è più esplicito, sempre in un sottotitolo di pag. 6: “E la Lega in commissione vota contro i 5Stelle sui sindacati militari” e sulla rappresentanza.